Tappa 1

Il Nucleo Antico

UFFICIO TURISTICO
Via della Repubblica 15
www.comune.gubbio.pg.it

MUSEO CIVICO C/O PALAZZO DEI CONSOLI
Piazza Grande
www.palazzodeiconsoli.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Le origini di Gubbio risalgono agli inizi del primo millennio a.C., epoca in cui gli umbri fondarono l’antica Ikuvium. Importante municipio in epoca romana, è però tra l’XI secolo e la metà del XIV, con il libero Comune, che la città assunse l’assetto urbanistico ancora oggi esistente, con il nucleo storico arroccato ai piedi del monte Ingino e diviso in quattro quartieri convergenti in piazza Grande. A questa scenografica terrazza pensile si può giungere dopo aver attraversato il quartiere di San Martino, dove il Palazzo del Capitano del Popolo (fine del XIII secolo) si impone con la sua curvilinea facciata, e aver percorso via dei Consoli, orlata di abitazioni trecentesche caratterizzate dalle tipiche aperture ogivali dette “porte del morto” che permettevano l’accesso ai piani superiori, e interrotta dalla fontana dei Matti, che rimanda alla leggenda secondo cui, compiuti tre giri intorno alla vasca, si diventa “matti di Gubbio”, ovvero anticonformisti come solo gli eugubini sanno essere. Aperta nel 1321, su piazza Grande affacciano l’incompiuto Palazzo Pretorio (iniziato nel 1349 e rimaneggiato fino al XIX secolo) e, sul lato opposto, l’imponente Palazzo dei Consoli, simbolo di Gubbio. Eretto fra il 1332 e il 1349, con facciata in conci movimentata da doppie finestre e coronata da merlatura, ospita il Museo civico, articolato in diverse collezioni: da quella archeologica, dove spicca la statuetta bronzea dell’Arpocrate di carattere egizio, alla pinacoteca, dalla collezione di ceramiche e maioliche (con pezzi di pregiata fattura eugubina del XVI-XIX secolo, tra cui piatti realizzati da mastro Giorgio Andreoli, probabile inventore della tecnica a lustro), alla raccolta numismatica. Fiore all’occhiello sono le Tavole eugubine, sette tavole bronzee di inestimabile valore rinvenute nel XV secolo che riportano testi in alfabeto umbro di derivazione etrusca e in latino, relativi a usanze e riti cerimoniali di lustrazione, purificazione ed espiazione, ma anche indicazioni sull’ordinamento e sulle norme dell’antica Ikuvium nel periodo compreso tra il III e il I secolo a.C.
Nella parte bassa della città, piazza Quaranta Martiri, dedicata alla memoria dell’eccidio compiuto dalle truppe tedesche nel 1944, è il luogo da cui muovere sulle tracce di san Francesco a Gubbio. Vi affaccia infatti il complesso della chiesa e del convento di San Francesco, costruito nel 1255 presso il fondaco degli Spadalonga, la famiglia di mercanti che avrebbe accolto e vestito del saio il santo dopo la rinuncia alle ricchezze. La chiesa, a pianta ogivale con una facciata incompiuta ornata di portale gotico, conserva alcuni affreschi originari con episodi della vita del santo e, nell’abside sinistra, scene della Vergine realizzate nel primo Quattrocento dall’eugubino Ottaviano Nelli. Di fronte, il trecentesco complesso dello “Spedal Grande” fu ceduto nel XV secolo alla confraternita dei Bianchi e, nel Seicento, fu corredato del loggiato dei Tiratori della Lana, che sormontò la precedente costruzione e che veniva utilizzato come stiratoio.

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