Tappa 2

Lungomare

Ufficio Turismo

Piazza del Municipio 8/10

www.comune.livorno.it

livornoexperience.com

Museo civico Giovanni Fattori

Via S. Jacopo in Acquaviva 65

www.museofattori.livorno.it

Museo di storia naturale del Mediterraneo

Via Roma 234

musmed.provincia.livorno.it

La pavimentazione “optical” a scacchi bianchi e neri della Terrazza Mascagni fu sistemata a partire dagli anni Venti del secolo scorso. Il vastissimo slargo (8700 metri quadrati di superficie, 34000 piastrelle e una balaustra di 4000 coloninne) è un belvedere sulla costa che interrompe con eleganza la passeggiata lungomare di viale Italia, tracciata dal 1835, fiancheggiata da pini, palme, tamerici e oleandri e punteggiata di piccoli chioschi chiamati “baracchine”. Rasentando il mare in direzione sud, viale Italia raggiunge dapprima i bagni Pancaldi-Acquaviva, punti fermi della tradizione balneare livornese sorti nel 1846 per aristocratici, letterati e altri bagnanti d’élite, quindi la settecentesca chiesa di San Jacopo in Acquaviva, edificata su un romitorio del IV secolo, e l’Accademia navale, ente della Marina militare italiana inaugurato nel 1881. Nell’Ottocento, quando Livorno divenne meta privilegiata dell’aristocrazia e dell’alta borghesia internazionali, il quartiere di Ardenza, al termine di viale Italia caratterizzato da un gradevole porticciolo, vide sorgere gli omonimi Casini, uno dei primi complessi residenziali di lusso per forestieri e villeggianti. Incantevole la Rotonda di Ardenza, piazza-pineta da cui la vista spazia dalla costa all’arcipelago.

Nell’entroterra a ridosso di viale Italia gli ambienti stuccati e affrescati di Villa Mimbelli, costruita nel 1865 e circondata da un vasto parco all’inglese, sono la sede del Museo civico Giovanni Fattori, ricca raccolta di pittura livornese e toscana tra Otto e Novecento che in tre sale espone alcune delle opere più significative del principale esponente dei macchiaioli, nato a Livorno nel 1825. Accanto alle ampie tele dai temi quotidiani e risorgimentali come Un episodio della battaglia di Montebello 1859 (1862) e Mandrie maremmane (1893) di Fattori, si ammirano lavori dei macchiaioli Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Giovanni Boldini e dei divisionisti quali Benvenuto Benvenuti e Vittorio de Dragon. Non lontano, il percorso espositivo del Museo di storia naturale del Mediterraneo si sviluppa tra la settecentesca Villa Henderson e il padiglione moderno a forma di cetaceo, dove è esposto il pezzo forte della collezione: lo scheletro di una balenottera soccorsa e recuperata presso Piombino nel 1990, la cui struttura ossea si può osservare nei dettagli percorrendo una rampa inclinata.

 

 

 

 

 

 

 

 

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