Tappa 2

Abbazia di San Vincenzo al Volturno- Rocchetta a Volturno

SS 158
www.abbaziasanvincenzo.it
www.criptadiepifanio.it

Risalgono al 702 le origini di questo complesso sacro situato a poche centinaia di metri dalle sorgenti del fiume Volturno: qui si insediarono Paldone, Tatone e Tasone, monaci dell’abbazia di Farfa, e vi fondarono un oratorio. Un secolo e mezzo più tardi l’abbazia aveva raggiunto l’apice del suo splendore e della potenza economica, grazie anche all’interessamento di Carlo Magno. Prima della distruzione a opera dei saraceni nell’anno 881, la “città monastica” possedeva almeno nove chiese e dal suo scriptorium uscivano testi miniati che oggi impreziosiscono numerose biblioteche.

La chiesa di San Vincenzo Minore racchiude il gioiello del complesso, la cripta di Epifanio, riscoperta casualmente solo nel 1832. Gli artisti, dei primi anni del IX secolo, vi hanno lasciato testimonianze altissime della pittura altomedievale, sviluppando il tema dell’Apocalisse, episodi della vita di Gesù e di Maria e le scene dei martìri di San Lorenzo e di Santo Stefano, che sono tra le immagini più famose di quell’epoca. Il fiume divide le testimonianze più antiche da quelle più vicine nel tempo. Tra le ultime, la chiesa di San Vincenzo Nuovo, ricostruita a partire dagli anni sessanta del Novecento sui resti del monastero fondato dall’abate Gerardo alla fine dell’XI secolo e distrutto da un terremoto nel 1349. La chiesa è preceduta da un porticato, una delle immagini simboliche di tutto complesso.

 

 

 

 

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