Tappa 1

Parco Nazionale del Circeo

Centro visitatori

Via Carlo Alberto 188

Sabaudia

www.parcocirceo.it

Il nome evoca la maga Circe, che qui trattenne Ulisse lungo il suo viaggio di ritorno verso Itaca. Non ci sono certezze ovviamente ma l’isola raccontata da Omero nell’Odissea somiglia molto al Circeo e le atmosfere un po’ incantate del promontorio sono scenari perfetti in cui immaginare ancora un incontro tra umano e divino. Quella nel Parco Nazionale del Circeo è una scoperta quasi tutta di pianura con l’unica eccezione del monte Circeo, che si staglia sul mare con i suoi oltre 500 metri. Da nord a sud i paesaggi che si incontrano sono vari: i laghi costieri di Fogliano, Monaci e Caprolace, piccoli paradisi per i birdwatcher, le dune, la Selva di Circe, Riserva della Biosfera Unesco, il lago di Sabaudia e il promontorio del Circeo, in cui si alternano sentieri naturalistici, resti di ville romane e grotte preistoriche. Al largo, vicina a Ponza, la piccola e verdissima isola di Zannone. Le dune costiere sono uno dei gioielli del Parco, onde di sabbia dorata che danno vita a un paesaggio delicato e poetico in cui incantarsi davanti ai tramonti e alle fioriture del giglio marino, alla forza del ginepro coccolone e all’esotico fico degli ottentotti. Sono frassini, pioppi e voli di farfalle ad avvolgere invece la Selva di Circe, quel che resta della grande foresta di pianura scomparsa con le bonifiche e caratterizzata dalle “piscine”, aree sommerse che si formano con l’accumulo di acqua piovana o della falda che affiora. Cartine alla mano e scarpe comode permettono di esplorare il monte Circeo, fulcro paesaggistico dell’area. Lungo la rete di sentieri ci si avvicina alla storia, alla natura e a un senso di continua scoperta: che sia nel fitto della vegetazione, lungo le mura ciclopiche, tra i resti di Villa Domiziano, luogo notevole di otium e cure termali, o a Grotta Guattari, in cui sono stati trovati fossili e resti di animali preistorici e un teschio quasi integro riconducibile all’uomo di Neanderthal. Seguendo le tracce del mito, due sentieri abbastanza impegnativi conducono alla Grotta della Maga Circe, da cui si apre un panorama eccezionale sulla piana, e al Picco di Circe, che nei giorni limpidi consente di allungare lo sguardo fino al Golfo di Napoli.

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