Tappa 1

Tenuta Presidenziale di Castelporziano (Roma)

Località Castel Porziano, via Cristoforo Colombo 1671
palazzo.quirinale.it/residenze/c_porziano.html
www.touringclub.it/destinazione/localita/edificio-monumentale/310132/tenuta-presidenziale-castelporziano-roma

Condizioni di visita: percorsi naturalistici, archeologici e storico-artistici su prenotazione e a pagamento; l’accoglienza nel percorso storico-artistico è curata dal Touring Club Italiano nell’ambito dell’iniziativa “Aperti per Voi” (i soci volontari Touring accoglieranno nuovamente i visitatori a partire dal mese di settembre 2022)

Più di seimila ettari di estensione, tre chilometri circa di sviluppo costiero. La Tenuta presidenziale di Castelporziano è uno degli ambienti più integri del nostro Paese: concentra querceti, sugherete e pinete che verso il mare lasciano spazio a macchia mediterranea e ad alte dune sabbiose. Una trentina gli alberi monumentali, ricchissima la fauna che conta cinghiali, daini, caprioli, volpi e qualche cervo, una notevole presenza di volatili diurni e notturni e di uccelli migratori che approfittano delle “piscine” d’acqua dolce per stazionare. Cavalli e vacche di razza maremmana vengono allevati allo stato brado dai butteri.

La tenuta racchiude parte di un vasto territorio conosciuto anticamente come Laurentino, dalla città di Lavinio/Laurento, legata alle vicende dello sbarco di Enea nel Latium. Leggende virgiliane a parte, l’uomo abitò fin dall’antichità questo triangolo racchiuso tra le propaggini dei Colli Albani, il delta del Tevere e il Tirreno. Roma impresse un assetto definitivo al territorio, con il tracciamento delle Vie Laurentina, Ostiense e Severiana. Lungo la costa, resti archeologici ricordano le numerose ville appartenute a personaggi di spicco dell’aristocrazia (tra cui quella di Plinio il Giovane e della famiglia imperiale). Passato tra i beni ecclesiastici dopo il declino dell’impero, nel X-XI secolo si avviò la costruzione del primo nucleo fortificato. Dopo vari passaggi di proprietà, la tenuta fu acquistata nel 1823 dal duca Vincenzo Grazioli che modificò profondamente il castello, nel 1872 dal ministro delle finanze Quintino Sella, con l’obiettivo di destinarla a tenuta reale di caccia. Dal 1948 è affidata alla Presidenza della Repubblica; rimboschita e sistemata, nel 1978 viene definitivamente vietata la caccia e nel 1999 è dichiarata Riserva Naturale dello Stato.

Il percorso storico-artistico comprende il museo archeologico, che raccoglie una serie di reperti provenienti da ville e necropoli dell’area, il salone dei trofei, la chiesa di S. Filippo Neri, la Coffee house e la limonaia, il giardino storico della Regina Margherita (con il grande mosaico romano), il roseto e il padiglione delle carrozze con i carri utilizzati dalla corte sabauda per le cacce reali e i calessi di vimini con i quali le dame accompagnavano la sovrana.

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