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Valle d'Aosta

Aosta romana. La città Augusta

Itinerario

Aosta romana. La città Augusta

in collaborazione con Touring Club Italiano

Sono pochi a sapere che, dopo l’Urbe, Aosta è la città con la maggiore concentrazione di resti di epoca romana. D’altronde, l’arrivo solenne all’antica Augusta Praetoria avviene, come per gli antichi viandanti provenienti dai passi alpini, attraverso l’imponente arco intitolato ad Augusto. E, oltre porta Praetoria, una delle porte antiche meglio conservate al mondo e parte di una cinta muraria che per lunghi tratti mostra ancora il suo travertino, via Sant’Anselmo dà l’avvio al ricalco urbano del decumanus maximus, intorno a cui la ciclopica cavea del teatro romano occupa un intero isolato e i resti dell’anfiteatro emergono monumentali da un convento medievale. E, ancora, sull’area nevralgica del foro, le poderose arcate seminterrate del criptoportico rimandano a sacri riti e a prosaici commerci. A sancire il primato della romanità di Aosta sono i resti della porta principalis sinistra, visibili nel sottosuolo del Museo archeologico regionale, e il massiccio ponte romano ai margini della città, oggi immerso nel verde ma un tempo lanciato sul torrente Buthier.

Non serve essere esperti di storia antica per cogliere il fascino e la suggestione che Augusta Praetoria sa emanare a distanza di duemila anni. Nel sobborgo orientale di Ponte di Pietra, i resti del ponte romano, un’unica arcata a schiena d’asino che scavalcava il corso del Buthier, non sono che un assaggio di ciò che attende dentro le mura dell’originario castrum. Prima di entrarvi, si passi trionfalmente sotto il fornice dell’arco di Augusto, che con i suoi 8 e più metri di larghezza fu eretto per celebrare la vittoria sui Salassi nel 25 a.C. e far capire al mondo che Augusta Praetoria era un importante crocevia tra i valichi alpini occidentali (Piccolo e Gran San Bernardo) e il resto dell’impero. Presa confidenza con gli ingressi solenni, il passaggio attraverso gli archi di porta Praetoria, accesso orientale alla città, può avvenire per la maestosa apertura centrale, anticamente riservata al passaggio dei carri, o per le due laterali riservate ai pedoni. Ora, sì, che si è dentro le mura romane, i cui resti possenti e a tratti perfettamente evidenti accompagnano nella passeggiata lungo l’antico perimetro difensivo zigzagando tra torri medievali, edifici signorili e gli interventi della viabilità moderna.
Con le spalle a porta Praetoria, il viaggio nei fasti e nella storia romana continua. Ci si immette in via Sant’Anselmo, tratto iniziale del decumanus maximus che attraversava la città da est a ovest, per poi rivivere nella vicina area archeologica del teatro e dell’anfiteatro usi e costumi della vita civile dell’antica Roma. Sembra di vederli, gli spettatori, che, numerosi (3000, forse anche 4000) e pieni di stupore, varcavano l’ingresso dell’alta facciata del teatro, si accomodavano sulle gradinate della cavea e puntavano gli occhi sull’orchestra e sulla scaena frons, larghe e profonde.
In tema di grandiosi manufatti, i romani erano maestri, ed esempio eloquente di questa loro maestria è, ad Aosta, il misterioso criptoportico, intatta e singolare galleria ipogea con massicce arcate ribassate che si sviluppa sotto l’antica area sacra del foro. Nella vicina piazza Roncas, il Museo archeologico regionale (MAR) è l’occasione per approfondire la storia antica e antichissima di Aosta e dell’intera Vallée, per visualizzare chiaramente la struttura urbana di Augusta Praetoria nel plastico dedicatole e ammirare nel piano interrato altre porzioni di mura e i resti della porta principalis sinistra, da cui transitava la via per l’Alpis Poenia, il passo del Gran San Bernardo.

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