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Toscana

Argentario. Le torri sul mare

Itinerario

Argentario. Le torri sul mare

in collaborazione con Touring Club Italiano
Mare in tempesta, navi all’orizzonte e il pericolo che si avvicina: i pirati. Per contrastare il nemico in arrivo esisteva solo una possibilità, avvistarlo per tempo e dare l’allarme. A questo servivano le torri dell’Argentario, come la tozza struttura militare sulla riva del Fiora alla Marina di Montalto di Castro o quella di Buranaccio, tatticamente stretta tra il lago di Burano e la spiaggia, o quella di Ansedonia, diventata molto tempo dopo un asilo di quiete per Puccini, che qui trovò l’ispirazione per comporre la “Turandot”. Un ruolo chiave nella difesa della città l'ebbero le mura spagnole di Orbetello, che con il fossato antistante, oggi coperto, spesso nei secoli scongiurarono invasioni e razzie. Di indiscussa importanza anche le grandiose architetture militari di Porto Ercole, che con la loro posizione strategica narrano ancora ai visitatori le storie dei pirati.

Le torri e le fortezze costiere al confine tra il Lazio e la Toscana ci portano indietro nel tempo, a un’epoca in cui dal mare potevano provenire pericoli e aggressioni. Le incursioni dei pirati e dei corsari furono per secoli una minaccia gravissima per gli insediamenti vicini alla costa: per questo motivo molti dei borghi e delle cittadine di questa zona vennero costruiti lontano dal mare, sulle colline dell’entroterra. Le torri, come nel caso di Montalto, Burano e Ansedonia, avevano lo scopo di vegliare sulle acque del mare, per comunicare al più presto l’allarme alle fortezze più importanti. Singole strutture isolate, le torri nacquero come costruzioni militari, per poi divenire abitazioni o residenze, come accadde alla Torre della Tagliata di Ansedonia, che nell’Ottocento ospitò tra le sue mura il compositore Giacomo Puccini che qui, a due passi dalle acque del Tirreno e dalla rupe di Ansedonia, trovò il silenzio e la concentrazione necessari a comporre alcune delle sue opere, tra cui la “Turandot”. Orbetello, al centro della sua laguna separata dal mare dalle dune della Feniglia e della Giannella, è sempre stata una cittadina esposta al rischio proveniente dal mare. Per questo motivo venne cinta da mura prima dai senesi e poi dagli spagnoli, che qui avevano fondato il loro Stato dei Presìdi alla fine del Cinquecento. Porto Ercole, uno dei due scali marittimi del promontorio dell’Argentario, resistette con le sue mura a numerosi assedi, e i suoi tre forti di forma poligonale nacquero per volere degli spagnoli, che nel Seicento crearono tre fortezze imponenti progettate per resistere all’assedio dopo il perfezionamento delle armi da fuoco.

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