Tappa 2

Abbazia di Vallombrosa (Reggello)

A Vallombrosa, via S. Benedetto 2
monaci.org
Condizioni di visita: ingresso gratuito

UFFICIO CULTURA E TURISMO COMUNE DI REGGELLO (REGGELLO)
Piazza IV Novembre 3
visitreggello-tuscany.com
Giovanni Gualberto, benedettino, fondò la Congregazione Vallombrosana che da questo luogo deriva il suo nome, fondendo due ideali differenti: la vita conventuale benedettina e l’eremitismo. L’Abbazia sorse nei primi decenni dopo l’anno Mille, e venne ampliata e consacrata nuovamente nel 1058. A causa della crescita della comunità monastica, una nuova costruzione venne completata nel 1230, anche se in buona parte l’aspetto attuale è dovuto a un successivo rifacimento seicentesco; il campanile, invece, risale ai lavori di completamento del 1230. All’interno della Chiesa, a croce latina e di aspetto barocco, si segnalano due altari in pietra settecenteschi, un pregevole coro ligneo, numerosi affreschi, una cappella dedicata al fondatore edificata alla fine del Seicento e la Cappella dei Dieci Beati, costruita nel Settecento al di sopra del sepolcro dei primi monaci. Centro del Monastero è il Chiostro Maggiore o “della Meridiana”, di impianto quattrocentesco, su cui si affacciano il refettorio e l’antirefettorio, il locale del lavabo. Nella cucina spicca un monumentale camino esagonale della fine del Settecento. Interessante è la visita della farmacia dei monaci, dove sono in vendita i prodotti (alimentari, medicinali e cosmetici) realizzati in parte dai monaci e in parte da ditte specializzate che utilizzano le ricette tradizionali. Davanti al cancello dell’Abbazia si trova lo specchio d’acqua di una grande peschiera, utilizzata dai monaci per l’allevamento del pesce. Una passeggiata di circa mezz’ora conduce – superando una serie di cappelle dedicate a monaci celebri o ad avvenimenti particolari – fino al Paradisino (detto anche “Eremo delle Celle”), dove si trovano i resti di una struttura trecentesca e l’attuale sede estiva della facoltà di Agraria di Firenze. Qui nel 1638 soggiornò lo scrittore inglese John Milton, che ricordò Vallombrosa nelle pagine del suo Paradiso perduto. Per chi volesse ancora proseguire nel silenzio e nell’ombra fitta del bosco, ancora un’ora di cammino lungo il sentiero oltre il Paradisino conduce alla vetta del Monte Secchieta, dove si trovano un rifugio e alcune piste da sci, aperti nelle stagioni più nevose.

Iscriviti alla newsletter e partecipa alla community

Tienimi aggiornato

Partner

Touring Club Italiano
WWF
Slow Food Italia

Iniziativa in collaborazione con

Ministero della Cultura
UNESCO