Tappa 4

Isola di San Giulio

Un’isoletta da cartolina, sospesa tra storia e leggenda, incastonata in mezzo al Lago d’Orta, di cui è divenuta simbolo e icona. L’Isola di San Giulio, a soli 400 m dalla riva, 3 ettari di estensione, lega il suo nome a un diacono greco che nell’anno 390, per sfuggire alle persecuzioni, lasciò la patria e approdò su quest’immensa roccia nuda dopo aver placato la ferocia del serpente che dominava le acque del lago. Prossimo alla morte, Giulio eresse sul luogo di preghiera la sua centesima e ultima Chiesa, la Basilica che oggi custodisce le sue spoglie in un’urna d’argento. Questa piccola isola metafisica e silenziosa, denominata anche “Isola del silenzio”, è un luogo di pace e profondo misticismo, da cui si è avvolti percorrendo l’unica via pedonale che l’attraversa, scandita da targhe che invitano al raccoglimento e alla meditazione: «Nel silenzio respiri Dio». Si passa accanto al Palazzo dei Vescovi, dal 1973 sede del Monastero delle Monache Benedettine Mater Ecclesiae che, in osservanza alla regola di San Benedetto, offrono accoglienza e ospitalità ai pellegrini. Sul punto più alto dell’isola sorge l’ex Seminario Diocesano, edificato nel XIX secolo sulle rovine di un antico castello. Qui le religiose vivono in clausura dedicandosi, oltre alla preghiera, al restauro di arazzi e tessuti antichi, alla confezione e al ricamo di parametri liturgici e alla minuziosa pittura di icone.

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BASILICA DI S. GIULIO (ISOLA DI SAN GIULIO)
Tel. 0322905163 (Ufficio Turistico Orta San Giulio)
Apertura: aprile-settembre, lunedì 14-18, martedì-domenica 9.30-18; ottobre-marzo, lunedì 14-17, martedì-domenica 9.30-12 e 14-17 infoturismo@comune.ortasangiulio.no.it
www.facebook.com/ortaturismo

Il primo tempio dell’isola risale ai secoli IV-VI, ma la Chiesa attuale fu edificata nella prima metà dell’XI ed è considerata un gioiello del Romanico piemontese. La facciata a spioventi è l’elemento più vicino alle linee originali dell’edificio, tripartita da due contrafforti, serrata tra due torri con bifore e colonnina a capitello e orlata da una cornice di archetti pensili in laterizio. Dietro l’abside maggiore spunta il possente e isolato campanile a pianta quadrata. L’interno a tre navate, con matronei dell’XI secolo e absidi semicircolari, è quasi interamente affrescato con dipinti realizzati fra il Trecento e il Seicento, alcuni dei quali portano la firma della scuola di Gaudenzio Ferrari. Il più antico, sul secondo pilastro di sinistra, raffigura il Martirio di San Lorenzo. Sotto l’organo, addossato al quarto pilastro a sinistra, l’ambone romanico del primo quarto del XII secolo anima l’ambiente con le sue straordinarie sculture simboliche che sembrano rivivere nel marmo nero di Oira. Guardando le figure in senso antiorario si nota un centauro che scocca una freccia contro un cervo aggredito da due fiere, poi le raffigurazioni simboliche dei quattro Evangelisti (il bue di Luca, l’angelo di Matteo, il leone alato di Marco, l’aquila di Giovanni), e infine la scena di un grifone che aggredisce un drago, rappresentazione della lotta tra il Bene e il Male. Dietro il personaggio con il mantello e il bastone si cela con molta probabilità l’abate Guglielmo da Volpiano, nato sull’isola nel 962 e venerato dalla Chiesa come santo.

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