Tappa 2

Mantova

INFO POINT
Piazza A. Mantegna 6
www.turismo.mantova.it

PALAZZO DUCALE
Piazza Sordello 40
mantovaducale.beniculturali.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

PALAZZO TE
Viale Te 13
www.centropalazzote.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Seduce Mantova con la quiete delle sue strade e delle sue piazze raccolte, la misura dei palazzetti e delle case padane, i potenti monumenti medievali e rinascimentali che preludono agli splendidi scenari della corte dei Gonzaga, in Palazzo Ducale e Palazzo Te. Il cuore della città pulsa in piazza Sordello, uno spazio di dimensioni eccezionali, solenne e suggestivo, su cui affacciano alcuni tra i principali edifici monumentali della città, rappresentativi della sua storia nelle diverse epoche. Tra questi il Duomo, con il massiccio campanile romanico che ne tradisce le origini medievali come pure la facciata, rifatta nel Settecento, epoca in cui fu costruito il vicino Palazzo Vescovile. Si allineano sulla piazza Palazzo Acerbi dal quale si accede alla medievale Torre della Gabbia che lo sovrasta, Palazzo Bonacolsi (ora Castiglioni), secondo la tradizione appartenuto ai Bonacolsi, i primi signori di Mantova, ma più probabilmente fatto costruire dai Gonzaga prima della loro ascesa al potere. Di fronte, la reggia gonzaghesca per eccellenza, Palazzo Ducale, uno straordinario complesso assai articolato, sorto, cresciuto e ampliatosi nell’arco di oltre quattro secoli, frutto dell’accorpamento di palazzi, chiese, piazze interne, giardini, raccordi porticati. Una “città nella città” che testimonia l’episodio urbanistico ed edilizio più ricco e più denso di Mantova, e probabilmente di tutta l’Italia delle Signorie, e che ben rappresenta il fermento architettonico e artistico dell’età gonzaghesca e costituisce una sorta di summa del Rinascimento italiano che raggiunge picchi altissimi con la Camera degli Sposi, ciclo pittorico di Andrea Mantegna con scene di vita dei Gonzaga che il genio figurativo del maestro padovano trasforma in una sorta di padiglione all’aperto, in un contesto di finzione architettonica, geniali soluzioni prospettiche, fasto celebrativo e acuto realismo. Palazzo Ducale, un immenso patrimonio di tesori grazie all’operato di artisti dell’epoca chiamati alla corte gonzaghesca come Pisanello, Bartolino da Novara, lo stesso Andrea Mantegna, Luciano Laurana, Luca Fancelli, Giulio Romano, Giovanni Battista Bertani e Antonio Maria Viani. Poco distante da piazza Sordello, una teoria di portici tardogotici e rinascimentali delimita piazza delle Erbe, vibrante di vita oggi come ieri, quando qui confluivano mercanti, banchieri artigiani a dare impulso all’economia della città. Nel duecentesco Palazzo della Ragione si amministrava la giustizia in epoca gonzaghesca sotto lo sguardo vigile della vicina Torre dell’Orologio, ancora oggi funzionante a indicare le ore, i mesi e la posizione dei pianeti. Contigue sono piazza Broletto, dove tra gli altri spicca il Palazzo del Podestà con le forme interpolate dell’originario costrutto romanico e della successiva trasformazione quattrocentesca, e la piccola piazza Mantegna, dove incombe con il suo maestoso pronao la basilica di Sant’Andrea, capolavoro dell’architettura rinascimentale italiana realizzata su disegno di Leon Battista Alberti. La magnificenza dei Gonzaga torna a brillare in Palazzo Te, forse il più noto emblema dell’architetture manierista italiana, edificata per volontà di Federico II di Gonzaga che decise di trasformare il luogo concepito per ospitare le scuderie della famiglia in una grandiosa villa fuori dalle mura della città, destinata agli svaghi, agli ozi, ai sontuosi ricevimenti, e a impressionare gli ospiti. Per la sua realizzazione fu chiamato a corte Giulio Romano, che accettò l’invito dopo tante insistenze e lusinghe da parte di Federico II. E qui il poliedrico ed estroso allievo di Raffaello creò il suo capolavoro componendo in profonda armonia architettura e decorazione plastica e pittorica, con un complesso e stupefacente apparato decorativo dove prevalgono i temi legati all’amore, ben espressi nel sontuoso ciclo pittorico nella Sala di Psiche, e alla gloria militare, magistralmente raffigurata nella Sala dei Giganti dall’episodio mitologico della sconfitta dei Giganti a opera di Giove, travolti dal crollo delle falde dell’Olimpo che avevano tentato di scalare. È qui, in una tra le più belle e famose ville del Cinquecento, testimonianza della vita di fasti e splendori che per secoli condussero i Gonzaga a Mantova, che il manierismo italiano si materializza in una delle sue massime espressioni.

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