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Piazza Della Borsa

TRIESTE INFOPOINT
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TEATRO GIUSEPPE VERDI
Piazza della Borsa
teatroverdi-trieste.com

Assieme al Canale Grande è il fulcro del Borgo Teresiano, oggi elegante quartiere riqualificato e pedonalizzato, compreso tra l’attuale corso Italia e le vie Carducci e Ghega. Storico cuore economico della città, piazza della Borsa è una sintesi delle correnti architettoniche presenti a Trieste e rappresenta il punto di contatto tra la città medievale e quella sette-ottocentesca voluta da Maria Teresa d’Austria. Ha la forma atipica di un perimetro triangolare: da un lato segue la linea leggermente curva delle antiche mura, dall’altro è dominata dai grandi edifici. In primis il Palazzo del Tergesteo, imponente edificio realizzato tra il 1840 e il 1842 dall’architetto triestino di origine belga Francesco Bruyn. La galleria, oggi rimpicciolita per motivi statici, collega piazza della Borsa con la piccola ed elegante piazza Verdi, dominata dal prospetto dell’omonimo teatro. Progettato dall’architetto Matteo Pertsch, codificatore dello stile neoclassico a Trieste, il Teatro Giuseppe Verdi presenta una facciata scandita da paraste e semicolonne sull’alto basamento di pietra ed è completata da un portico quadrangolare che ricorda il Teatro alla Scala di Milano. È un tempio neoclassico, voluto a fine Settecento dalla borghesia commerciale della città, il Palazzo della Borsa Vecchia che si leva al lato del Tergesteo. Al primo piano, sulla scenografica Sala Grande incombe lo splendido affresco nel soffitto che raffigura Carlo VI al momento della proclamazione del porto franco. In piena Belle Époque, tra il 1909 e il 1910, l’architetto Viennese Emil Bressler progetta Palazzo Dreher, dalla stravagante facciata curva e chiamato anche Borsa Nuova perché qui, a partire dal 1928, vengono trasferite le contrattazioni. Altri edifici, dalle notevoli forme architettoniche, punteggiano il perimetro della piazza: all’angolo con via Roma, la Palazzina Romano è uno splendido esempio di architettura rococò in città, costruita nel 1760-70 e restaurata nel 1919-20 dall’architetto Polli, con loggia centrale; Casa Bartoli (1905), l’opera più interessante di Max Fabiani a Trieste, risente dell’influenza dei modelli dello Jugendstil, il liberty tedesco. Nella schiera di palazzi neoclassici, la Portizza è un passaggio nelle mura aperto anche di notte che conduce al vecchio ghetto, piccolo e stretto perché solo persone a piedi vi potessero transitare.

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