Tappa 1

Cividale Del Friuli

IAT Ufficio di informazione e accoglienza turistica
Piazza Duomo 5
www.turismofvg.it/localita/cividale-del-friuli

Tempietto Longobardo
via Monastero Maggiore 34
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
www.tempiettolongobardo.it

Museo Cristiano
Via G.B. Candotti 1
info@mucris.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Ipogeo celtico
Via Monastero Maggiore 6
www.monasterodisantamariainvalle.it
Condizioni di visita: ingresso gratuito

Stretto in un fazzoletto di poche centinaia di metri di diametro, il centro storico si presenta con dimore dalle facciate dipinte che guardano su un intrico di strade acciottolate e di piazzette silenziose oppure aggrappate alle rocce che strapiombano nel Natisone. Fondata tra il 56 e il 50 a.C da Giulio Cesare, che le diede il nome di “Forum Iulii”, dal 568, all’arrivo dei longobardi, Cividale divenne il capoluogo del loro primo ducato italiano, la “Civitas Austriae” che conobbe grande prosperità e un vivace clima politico e culturale che avrebbe prodotto la voluminosa “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono, qui nato attorno al 720. Depredata dagli àvari nel 610, tornata fiorente sotto il patrocinio dei patriarchi di Aquileia, nuovamente invasa, questa volta dagli ungari nel X secolo, a partire dal 1420 Cividale entrò nell’orbita della Serenissima rimanendovi per quattro secoli; infine nel 1866 entrò a far parte del nuovo Regno d’Italia. Del fulgido periodo longobardo la città conserva ragguardevoli testimonianze, prima tra tutte il Tempietto longobardo, capolavoro di architettura e scultura altomedievali e scrigno di eccezionali opere d’arte. Vestigia di epoca longobarda sono preservate pure nel Museo Cristiano: si tratta del battistero di Callisto, capolavoro architettonico dell’VIII secolo con colonnine e capitelli che sorreggono archi decorati con grappoli, tralci e animali, e con le iscrizioni dei nomi dei patriarchi Callisto e Sigvaldo; e l’ara di Ratchis, sempre dell’VIII secolo, un parallelepipedo in pietra carsica che conserva le policromie originarie, decorato con bassorilievi. Il Museo è allestito nei locali adiacenti al Duomo, edificio dalla lunga e travagliata costruzione, iniziata nel 1457 e protrattasi fino agli inizi del secolo successivo. All’interno, dedicata al patriarca di Aquileia, sull’altare maggiore spicca la pala di Pellegrino II, in argento sbalzato e dorato, prezioso esempio di oreficeria del XII secolo. Con le due arcate alte sulle acque del Natisone, inscindibile da Cividale, di cui è orgoglioso simbolo, il Ponte del Diavolo, originario del Quattrocento, fu riscostruito nel 1918 dopo essere stato abbattuto l’anno precedente per ostacolare l’avanzata austriaca durante la ritirata di Caporetto. Di fianco è l’Ipogeo celtico, suggestivo complesso di camere e corridoi scavati nella roccia, avvolto nel mistero: non se ne conoscono infatti le origini, né la sua funzione originaria, che non trova riscontro in Friuli. Secondo alcune interpretazioni è stato ipotizzato un uso funerario in epoca celtica; altri studiosi ritengono che questi ambienti siano stati utilizzati come prigione nel periodo romano o longobardo.

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