Tappa 1

Ferrara

LE MURA 
Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica di Ferrara
Castello Estense
infotour@comune.fe.it
www.ferrarainfo.com

Con i loro 9 km di lunghezza, le mura di Ferrara costituiscono uno dei più integri sistemi difensivi tuttora esistenti, autentico concentrato di arte militare e ingegneria, disseminate di baluardi, torrioni, cannoniere, porte cittadine e giardini pensili. Un tempo il vallo era allagato per garantire una migliore protezione dagli assalitori. I percorsi ciclabili e pedonali sui terrapieni e nel vallo invitano a esperienze da non perdere. Il tratto settentrionale, dal Torrione del Barco a quello di San Giovanni, venne eretto tra il 1493 e il 1505 da Biagio Rossetti, per volere di Ercole I; vi si apre la Porta degli Angeli, in fondo all'antica Via degli Angeli (attuale Corso Ercole I d’Este). Il tratto orientale si deve ad Alfonso I (1512-1518), mentre quello meridionale fino a Porta Paola, con l’inserimento dei baluardi a punta, risale ad Alfonso II (1575-1585). Il resto delle fortificazioni, nelle quali si riconoscono due possenti baluardi, parte di una grandiosa fortezza pentagonale, si deve invece alla gestione pontificia che seguì a quella estense dopo la fine della dinastia.

SAN CRISTOFORO ALLA CERTOSA
Piazza Borso 50
www.artecultura.fe.it/390/san-cristoforo-alla-certosa

In un luogo allora ai margini della città e tuttora immerso in un’inconsueta “campagna urbana”, il duca Borso d’Este fece erigere tra il 1452 e il 1461 un grandioso Complesso monastico certosino. Il successore Ercole I, dal 1498 lo arricchì con la nuova Chiesa di San Cristoforo, attribuita a Biagio Rossetti per l’armonia del progetto (risale a quest’epoca l’inglobamento nell’Addizione Erculea). La facciata, rimasta incompiuta, fu adornata di un portale marmoreo solo nel 1769. All’interno del tempio, di forme maestose a una sola navata con sei cappelle laterali, si ammirano preziose tele, tra cui quelle del pittore ferrarese cinquecentesco Bastianino. La Chiesa è fulcro del vasto porticato di marmo e cotto, articolato su due ampie ali simmetriche (una di esse è di ricostruzione). L’intero Complesso venne trasformato in cimitero nel XIX secolo, subendo drastiche trasformazioni, tra cui l’abbattimento della primitiva Chiesa e di parte dei chiostri, cui seguirono la parziale distruzione durante la Seconda Guerra Mondiale e i seri danni provocati dal terremoto del 2012. Il 2 novembre 2019 il complesso è stato riaperto dopo lunghi e complessi lavori di restauro post-sismici.

CASA DI LUDOVICO ARIOSTO
Via Ariosto 67
www.artecultura.fe.it/73/casa-di-ludovico-ariosto

Condizioni di visita: ingresso libero, prenotazione consigliata: prenotazionemusei.comune.fe

Una semplice ed elegante facciata di mattoni introduce alla casa del poeta, eretta forse su progetto di Girolamo da Carpi. In questa tranquilla dimora l’Ariosto (1474-1533) trascorse al servizio degli Este gli ultimi anni della sua vita, dopo la faticosa esperienza di governatore della Garfagnana, e qui prese corpo la terza e ultima edizione dell’Orlando Furioso (1532). Emblematico è il distico latino in facciata: “Parva sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non sordida: parta meo sed tamen aere domus” (“La casa è piccola ma adatta a me, pulita, non gravata da canoni e acquistata solo con il mio denaro”). Cimeli ed edizioni delle sue opere costituiscono il nucleo del piccolo museo, nel quale spicca una preziosa edizione dell’Orlando Furioso illustrata da Gustave Doré nel 1881. Delizioso il giardino sul retro, realizzato per volontà dell’Ariosto e oggi aperto per manifestazioni. 

PALAZZO DEI DIAMANTI E PINACOTECA NAZIONALE
Corso Ercole I d’Este 21
www.palazzodiamanti.it
gallerie-estensi.beniculturali.it/pinacoteca-nazionale

Apertura: martedì-domenica 10-17.30
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Fulcro dell’Addizione Erculea e affacciato sullo scenografico Quadrivio degli Angeli, il palazzo era la dimora di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I. L’elemento più singolare del progetto di Biagio Rossetti, iniziato nel 1493 e ultimato solo nel 1567, è rappresentato dalle circa ottomilacinquecento bugne a forma piramidale in marmo bianco e rosa che rivestono integralmente le due facciate. Esse si incrociano in un angolo impreziosito da candelabre e da un balconcino. Notevole il cortile rinascimentale con pozzo marmoreo. All’interno del palazzo, articolato su una pianta a “U” su tre ali, prendono posto curatissime esposizioni temporanee e la Pinacoteca Nazionale. Il museo, ospitato al piano nobile, che conserva consistenti tracce delle decorazioni d’epoca, è un interessantissimo compendio della pittura ferrarese dalla metà del Duecento all’Ottocento e annovera artisti quattrocenteschi come Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Jacopo e Giovanni Bellini, Andrea Mantegna, e cinquecenteschi come il Garofalo, Dosso e Battista Dossi e il Bastianino. 

CASTELLO ESTENSE
Largo Castello
castelloestense@comune.fe.it
www.castelloestense.it
Apertura: mercoledì- lunedì 10-18; consultare il sito per orari straordinari
Condizioni di visita: ingresso a pagamento, prenotazione consigliata: prenotazionemusei.comune.fe

Simbolo indiscusso di Ferrara, il Castello Estense sorse nel Medioevo per poi trasformarsi, a partire dal 1477 col trasferimento della corte di Isabella d’Aragona, in una sontuosa dimora rinascimentale, che con l’Addizione Erculea venne a trovarsi proprio al centro della città. I nomi più importanti dell’architettura e i pittori più celebri – Girolamo da Carpi, il Bastianino, perfino Piero della Francesca – contribuirono alla trasformazione moderna del maniero trecentesco eretto da Niccolò II. Articolato intorno a quattro torri (Marchesana, San Paolo, Santa Caterina e la più antica dei Leoni) e a una corte centrale ingentilita da una loggia, l’edificio racchiude numerosi e vasti ambienti. Al pianterreno una sequenza di sale gotiche con volte a crociera ospita una mostra dedicata alle diverse fasi costruttive, le cucine e le prigioni, in uso fino all’Ottocento. Il piano nobile, cuore degli antichi appartamenti, allinea spazi molto affascinanti, tra cui il Giardino Pensile degli Aranci, decorato con piante di agrumi, il Camerino dei Baccanali, affrescato con scene ispirate al mito di Bacco, la Cappella Ducale, povera di decorazioni e perciò ascritta erroneamente a Renata di Francia, la madre calvinista di Alfonso II, la Sala dell’Aurora e la Sala dei Giochi, affrescate. Seguono l’Appartamento della Pazienza per Alfonso III, la Sala del Governo, col ricchissimo soffitto ligneo a lacunari, e quella del Paesaggio, con affreschi settecenteschi. Nei Camerini del Duca, ai primi del Cinquecento Alfonso I aveva raccolto una delle più pregevoli collezioni d’arte dell’epoca, dissoltasi poi con la fine della dinastia.

CHIESA DI SAN FRANCESCO
Via Terranova

Si deve a Biagio Rossetti l’edificazione a partire dal 1494 della terza Chiesa eretta nello stesso luogo dai Francescani. La semplice facciata in mattoni è scandita da paraste in marmo ed è caratteristica anche la scansione del fianco laterale. L’interno è uno dei migliori esempi di Rinascimento ferrarese: ampio e dal respiro brunelleschiano, racchiude continui riferimenti all’ordine francescano e interessanti opere d’arte del Cinquecento, tra cui dipinti nelle cappelle laterali e un affresco del Garofalo.

 

PALAZZO SCHIFANOIA
Via Scandiana 23
www.artecultura.fe.it/2033/il-nuovo-museo-schifanoiaApertura: martedì- domenica 10-19 Condizioni di visita: ingresso a pagamento. Prenotazione consigliata: prenotazionemusei.comune.fe

“Schivar la noia” è l’espressione all’origine del nome di questa “delizia” urbana, dimora di rappresentanza ma soprattutto di svago. Eretto nel 1385 e poi ampliato da Borso d’Este, il palazzo è celebre soprattutto perché ospita al piano nobile il Salone dei Mesi, dove si ammira uno dei vertici della pittura italiana quattrocentesca a tema pagano. Fu affrescato tra il 1469 e il 1470 da Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti su cartoni di Cosmè Tura, gli artisti più significativi della cosiddetta “officina ferrarese”, e su progetto di Pellegrino Prisciani, bibliotecario e astronomo di corte. Del complesso ciclo iconografico, teso a esaltare le virtù del duca, si conservano solo i mesi da marzo a settembre: ognuno di essi è articolato verticalmente con la divinità protettrice del mese, il simbolo zodiacale corrispondente e gli eventi correlati con l’attività del duca. Anche la coeva Sala delle Virtù celebra le imprese estensi. Nei Musei Civici d’Arte Antica, disposti in alcune ali dell’edificio, si ammirano collezioni di ceramiche antiche, monete, medaglie, eccezionali codici miniati, avori e bronzi. Il 2 giugno 2020 ha riaperto parzialmente l'antica delizia degli Este dopo il delicato restauro architettonico post terremoto. 

 

 

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