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Umbria

Sulle tracce degli Etruschi a Perugia

Itinerario

Sulle tracce degli Etruschi a Perugia

in collaborazione con Touring Club Italiano

Si segue il filo di un binomio indissolubile: Perugia e gli Etruschi, il popolo che ha plasmato queste terre e che ancora oggi non cessa di incuriosire per le sue vicende e la sua evoluta civiltà. Per avere un quadro preciso sugli Etruschi, conviene partire dal Museo archeologico nazionale dell’Umbria, per stupirsi davanti alle ricostruzioni delle sepolture di ricche famiglie, alle figure scolpite dei defunti semisdraiati e alle ceramiche dipinte. Si esplora quindi il centro storico di Perugia, sia in superficie sia sottoterra, alla ricerca delle piccole e grandi tracce di quell’antica civiltà: strade e mura, porte monumentali e pozzi profondi. E, non più in città, l’Ipogeo dei Volumni consente di penetrare nel segreto e nel fascino di una tomba etrusca perfettamente conservata.

A Perugia gli Etruschi hanno forgiato non solo il destino e donato forse il nome, ma anche la conformazione urbanistica e una serie di capolavori d’arte e architettura. Punto di riferimento per penetrare l’universo etrusco è il Museo archeologico nazionale dell’Umbria. Nelle sale allestite nel vecchio convento di San Domenico scorrono davanti agli occhi urne cinerarie scolpite con la tipica figura del defunto semisdraiato, ricchi corredi funerari e anfore dipinte. Altri gioiellini catturano l’attenzione tra le sale e permettono di comprendere un mondo troppo a lungo ritenuto misterioso e oggi in gran parte decifrato grazie agli studi. Nuovamente all’aria aperta, la sorpresa è grande nell’apprendere che si deve agli Etruschi la primitiva cinta muraria di Perugia, ancora ben visibile per lunghi tratti, e così anche i principali percorsi viari, tra cui il centralissimo corso Vannucci, asse della città etrusco-romana e della Perugia moderna. Si scende di quota visitando il Pozzo etrusco e le stratificazioni urbanistiche di “Perugia sotterranea” che coprono secoli di storia. Tappa, infine, appena fuori città per l’apogeo di questa esperienza: nell’Ipogeo dei Volumni, Arunte e tutta la sua famiglia riposano in magnifiche urne scolpite, in un sepolcro scavato nel terreno e scoperto solo nel 1840.

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