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Marche

Di collina in collina alla scoperta di Verdicchio e Lacrima

Itinerario

Di collina in collina alla scoperta di Verdicchio e Lacrima

in collaborazione con Slow Food

Alla scoperta di una regione che cambia a seconda del punto di vista. Così può capitare di arrivare a Senigallia, città di mare, per scoprire due grandi vini, uno bianco e uno rosso: il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Lacrima di Morro d’Alba. Si inizia dalla costa,a Montignano, da un piccolo produttore, per poi addentrarsi nell’entroterra e passare di villaggio in villaggio, di colle in colle, per conoscere le tante anime di questi vini, dall’eleganza di quelli di Ostra Vetere alla mineralità di Maiolati Spontini per poi chiudere a Morro d’Alba con il Lacrima. Ma su questi promontori nascono anche altri grandi prodotti: salumi, verdure e legumi in particolare, tra i quali spicca la cicerchia, che a Serra de Conti ha la sua capitale.

Alla scoperta di una regione che cambia a seconda del punto di vista, dove mare e colline appaiono e scompaiono nel giro di pochi chilometri. Si inizia dalla costa, da un piccolo produttore di Senigallia, per scoprire due grandi vini, uno bianco e uno rosso: il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Lacrima di Morro d'Alba. Stefano Bondanelli si occupa di ogni aspetto della filiera, dimostrando, attraverso la sua personale interpretazione, di aver compreso le peculiarità dei vitigni del territorio. Addentrandosi nell'entroterra, di villaggio in villaggio e di colle in colle, si scoprono le tante anime di questi vini: l'eleganza di quelli di Ostra Vetere è rappresentata dall’azienda Bucci, guidata oggi da Gabriele Tafani che la conduce secondo dettami biologici. Altri grandi prodotti nascono su questi promontori come i legumi, tra i quali spicca in particolare la cicerchia, che a Serra de’ Conti ha la sua capitale. La cooperativa La Bona Usanza, si batte dagli anni Sessanta con l’obiettivo di salvaguardare legumi e cereali tipici della zona e considerati a rischio di estinzione. La cicerchia di Serra de’ Conti che era quasi scomparsa dai campi perché sostituita da quelle più grandi prodotte dalle multinazionali, ritorna oggi a sprigionare tutto il proprio sapore. Serra de’ Conti vanta anche una delle ultime stalle sociali rimaste, San Fortunato, in cui gli animali vengono nutriti con mangimi autoprodotti e si distribuisce anche latte crudo.
Tornando ai vini, particolarmente profumati sono quelli di Montecarotto, dove Natalino Crognaletti, della Fattoria San Lorenzo, ha iniziato con il padre a produrre Verdicchio da vendere sfuso, arrivando poi a creare prodotti di grande libertà espressiva e ricchezza. Proseguendo nel viaggio alla scoperta dei vitigni autoctoni, sulla strada per Morro d’Alba è consigliato fare una deviazione verso l’azienda Pievalta, a Maiolati Spontini, famosa per la conduzione in biodinamico. Si arriva infine a Morro, nella patria del Lacrima. Qui è un’istituzione Marotti Campi, una famiglia che si occupa di produzione agricola e viticola dal 1860, sebbene il marchio nasca solo nel 1999.

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