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Lombardia

Gardone Riviera. Nell’aura del Vate e della Belle Époque

Itinerario

Gardone Riviera. Nell’aura del Vate e della Belle Époque

in collaborazione con Touring Club Italiano

Prima di essere la città del Vate, che qui si ritirò nel 1921 deluso dall’esperienza Fiume, Gardone Riviera aveva già raggiunto un certo prestigio sul finire dell’Ottocento come località balneare e stazione climatica, meta di una raffinata borghesia mitteleuropea che qui giungeva in cerca di svago, benessere, relax. Un’epoca brillante della quale ancor oggi si respirano le atmosfere sull’elegante lungolago pedonale, dove, accarezzati dalla brezza lacustre, ci si aggira tra prestigiose ville storiche e raffinati hotel che si alternano a rigogliosi parchi e giardini. Gardone, immersa nelle vivaci atmosfere della sponda bresciana del Garda, che ha saputo mantenere immutata nel tempo la fama di esclusivo luogo di villeggiatura della Belle Époque. Cui si aggiunge il carisma di Gabriele d’Annunzio, che le ha lasciato il Vittoriale degli Italiani, tra i monumenti più eccentrici del panorama nazionale.

Di Gardone Riviera, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e nella lista dei Borghi più belli d’Italia, si hanno notizie che vengono da lontano. Probabilmente di origine barbarica, nel Medioevo appartenne al vescovo di Brescia, e da questi ceduta al feudo della famiglia Ugoni. Passò poi sotto i domini della Serenissima, alla quale rimase sempre fedele. Fedeltà che nel 1797 le costò rovinose devastazioni da parte delle truppe del governo giacobino costituitosi a Brescia dopo l’arrivo dei francesi di Napoleone. Dovrà passare almeno un secolo prima che il piccolo borgo di pescatori, contadini e carbonai venga scoperto come ameno luogo di villeggiatura. Tutto merito dell’austriaco Luigi Wimmer che, qui giunto nel 1875 per regalare aria salubre ai suoi polmoni malmessi, si innamorò a tal punto della località da decidere di costruirvi un hotel e di promuovere Gardone Riviera in tutta Europa. Grande fu l’intuizione, e altrettanto il successo. Da questo momento, inarrestabile è lo sviluppo turistico, ancor più incentivato dall’arrivo di principi e regnanti, altolocata aristocrazia, borghesia illuminata, intellettuali, artisti, letterati. Elegante, ricercata, carezzata dalla rigogliosa vegetazione lacustre, Gardone prospera, orgogliosa della sua nuova identità di celebre località turistica e rinomata stazione climatica della Belle Époque, arricchendosi di splendide ville, aristocratici palazzi, hotel prestigiosi e pure di una casa di gioco, il Casinò di Gardone Riviera, ricetto di una clientela mitteleuropea, aristocratica d’antan, che qui viene a coniugare cure e gioco. Inaugurato nel 1909 in elegante stile liberty, ben presto diventa il fulcro della vita mondana gardenese; dopo interruzioni dell’attività durante la Grande Guerra e sotto il fascismo, il Casinò chiuderà definitivamente i battenti nel 1946. Un impulso ulteriore all’espansione turistica di Gardone arriva da Gabriele d’Annunzio, che qui giunge nel 1921 dopo l’ingloriosa impresa di Fiume e vi fissa la propria dimora. Il Vate non soccomberà alla cocente delusione, sarà il suo genio ad avere la meglio con realizzazione di una monumentale residenza per se stesso, il Vittoriale degli Italiani. In questo luogo ridondante di tutta l’essenza dannunziana, il poeta soldato trascorrerà il resto della sua vita fino alla morte, nel 1938. E lascerà ai posteri un complesso eclettico, mastodontico, una testimonianza della “vita inimitabile” del maggiore esponente del Decadentismo europeo, che per realizzarlo si avvalse della collaborazione dell’architetto Giancarlo Maroni.

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