Copertina dell'itinerario Almenno San Bartolomeo. La rotonda di San Tomé. LOMBARDIA-wide-scaled-1.jpg
Lombardia

Almenno San Bartolomeo. La rotonda di San Tomé

Itinerario

Almenno San Bartolomeo. La rotonda di San Tomé

in collaborazione con Touring Club Italiano

Misterioso luogo di culto, unico in Lombardia, la rotonda di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo appare come una torre protesa verso l’alto. La sua forma circolare perfetta, rara nelle basiliche romaniche, ha alimentato meraviglia e leggende locali. Ciò che si vede risale al XII secolo, ma le sue fondamenta poggiano su un sito pagano più antico collegato a mitologie silvestri. All’interno, la percezione del sacro emerge nell’austerità della pietra nuda e nell’armonia della forma, esaltata dalle otto colonne monolitiche che sostengono le volte a crociera. La suggestione culmina nel giorno degli equinozi, quando un raggio di sole attraversa la sala colpendo al centro il tabernacolo.

Sono ancora oggi avvolte nel mistero le vicende iniziali della chiesa di San Tomè – detta anche rotonda di San Tomè per la sua forma –, uno dei più armoniosi e singolari monumenti romanici della Lombardia. In posizione appartata fuori dall’abitato di Almenno San Bartolomeo, sorgeva vicino al tracciato della via militare della Rezia sull’area di una necropoli romana, come attesta il ritrovamento sul luogo di una tomba del I secolo a.C., e forse di un tempio pagano dedicato alle divinità Silvano, Giunone o Cerere. Su questo sito fu forse costruita, nel IX secolo, la prima chiesa di San Tomè a pianta circolare, sulle cui fondamenta nella metà del XII secolo venne eretta l’attuale, slanciata architettura a tre cilindri concentrici, progressivamente sempre più stretti, le cui geometrie ascensionali alludono alla tormentata salita dello spirito verso il cielo. Se il cerchio simboleggia la perfezione divina, i tre cilindri sovrapposti – aula inferiore, matroneo e lanterna – richiamano il mistero dell’unità e trinità di Dio. Coinvolgente e permeato da un’intensa spiritualità è anche l’interno in pietra nuda, con le otto colonne, che spartiscono il deambulatorio e il matroneo, e i capitelli con decorazioni a intreccio, a foglie d’acanto e con figure mitologiche o animali, cariche di significati morali. Come le sirene a due code, sinonimo d’inganno, seduzione e morte, e in opposizione le aquile, che alludono all’eternità e alla Resurrezione di Cristo. Concorrono a esaltare la monumentalità e bellezza dell’edificio i giochi di luce diffusi, che diventano anch’essi elementi decorativi e simbolici secondo i canoni dell’architettura medievale, attenta ai cicli solari delle diverse stagioni. Così, nei giorni di sereno la luce del sole penetra attraverso le feritoie del secondo cilindro proiettando nella penombra la croce, via della salvezza, mentre durante gli equinozi i raggi di sole attraversano la monofora sopra la porta centrale illuminando direttamente il tabernacolo, rappresentazione di Cristo e del suo sacrificio.

Dove mangiare

Antica Osteria Giubì dal 1884
Via Cascinetto 2, località Cascine - Almenno San Bartolomeo (BG)
Tel. 035 540130
giuseppelocatelli59@gmail.com
Oltre cento trent'anni di storia sono trascorsi dall'apertura di questa osteria affacciata sul fiume Brembo. Circondata da un paesaggio incontaminato, dove le materie prime locali, ruotate in base allo scorrere delle stagioni, sono alla base della proposta gastronomica. Corposo il gruppo di etichette in cantina, proposte con grande competenza dal patron Giuseppe Locatelli, in un ambiente dove storia e tradizione regalano all'atmosfera un fascino senza tempo. Consigliata la prenotazione.

Collina
Via Capaler 3 - Almenno San Bartolomeo (BG)
Tel. 035 642570 - +39 328 3255830
mario@ristorantecollina.it
ristorantecollina.it
Da piccola e spartana osteria di famiglia a ristorante curato, con poche sale e giardino con vista panoramica per pranzi e cene all'aperto; la cucina che caratterizza questo locale si basa su prodotti lombardi, magistralmente reinventati dallo chef Mario Cornali, e su pasta e pane fatti in casa. Dal menu: tortelli di lavarello, anguilla con mandarino e pere all'aceto, doppia frolla con cremoso di caramello salato e pistacchio di Bronte. Il pesce è rigorosamente d'acqua dolce, la carta dei vini è seguita con cura. La prenotazione è consigliata.

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