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Emilia-Romagna

Bagno di Romagna. Acque e boschi di pregio

Itinerario

Bagno di Romagna. Acque e boschi di pregio

in collaborazione con Touring Club Italiano

Ben venuti. Ci si sente così a Bagno di Romagna, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e comune diffuso a un passo dalla Toscana che toscano parla nel suo nucleo storico perfettamente conservato, dove la basilica di Santa Maria Assunta e il Palazzo del Capitano sfoggiano linee e opere del Rinascimento fiorentino ricordando la secolare dominazione medicea. Se poi viene da chiedersi il perché del nome “Bagno”, la risposta si trova presso le antiche Terme Sant’Agnese, intorno a cui i romani costruirono l’abitato, quell’Oppidum Balnei che oggi come duemila anni fa sfrutta le acque benefiche che qui vi sgorgano. Dopo un bagno nella storia e nelle vasche termali, è tempo di mettere le gambe in spalla o il piede nel pedale per esplorare il verde fitto dei dintorni. Lungo il sentiero degli Gnomi, al limitare del borgo, la fantasia vola sulle tracce dei minuscoli folletti, mentre occhi e polmoni si aprono nella trama di sentieri e piste ciclabili che si inoltrano nella valle del Savio, lungo la direttrice dei pellegrini dell’antica Via Romea e nei boschi del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, un po’ in Romagna e un po’ in Toscana.

Se il Touring Club Italiano ha conferito a Bagno di Romagna la certificazione di borgo Bandiera Arancione, l’ambito riconoscimento dato ai piccoli centri che rispondono a requisiti di un turismo di qualità, un motivo ci sarà. Anzi, di motivi ce n’è più di uno. L’accoglienza discreta e attenta, prima di tutto, ma anche l’impianto urbano che conserva integro un tessuto di stampo e atmosfere medievali e rinascimentali e la valorizzazione di un patrimonio naturalistico che fa di questo piccolo borgo immerso nell’Appennino Tosco-Romagnolo una perla verde del Centro Italia.
Marcati sono i tratti medicei visibili nel raccolto centro storico. D’altronde, i fiorentini qui arrivarono ai primi del Quattrocento e qui rimasero fino al 1923, anno in cui il territorio di Bagno di Romagna passò dalla provincia di Firenze a quella di Forlì. Della prospera dominazione toscana porta i segni, in piazza Ricasoli, cuore del borgo, la basilica di Santa Maria Assunta, che conserva opere di nomi altisonanti del Rinascimento fiorentino come Neri di Bicci e Andrea della Robbia e delle scuole di Donatello e Andrea del Sarto. Dall’influenza artistica a quella politica, i fiorentini tornano preponderanti, lungo la centralissima via Fiorentina, nel Palazzo del Capitano, fulcro del potere esplicitato dagli stemmi che capitani e governatori, al termine del loro mandato, vollero apposti sulla facciata. I Medici ovviamente furono assidui frequentatori delle terme di Bagno di Romagna, il cui primo complesso era stato realizzato dai romani, che di terme ben si intendevano, per sfruttare quelle acque salutari che, doni del sottosuolo, tanti benefici avrebbero arrecato anche al cagionevole Giuliano, figlio di Lorenzo il Magnifico.
Se, mentre si passeggia nell’arte e nella storia, capita di sentirsi un po’ osservati, potrebbe trattarsi delle magiche creature che, si dice, popolino invisibili il Sentiero degli Gnomi per la gioia dei più piccoli, che lungo l’agevole tracciato nel bosco a un passo dal centro imparano a conoscere e rispettare la natura tra sculture, disegni e allegre casette.
Per altre occasioni immersive nella natura, non c’è che l’imbarazzo della scelta. La “palestra all’aperto” di cittadini e visitatori è la lunga fascia verde della pista ciclabile e pedonale che collega Bagno di Romagna al bel borgo di San Piero in Bagno. Si dipana invece tra storia e natura il sentiero che dall’antico opificio delle Gualchiere, a sud del paese, ricalca il tratto della Via Romea percorso per secoli dai pellegrini che dalla Germania più nordica puntavano a Roma attraverso i valichi “facili” dell’Appennino.
Non si deve dimenticare poi che il territorio di questo incredibile borgo ricade in buona parte nell’area protetta del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, le cui
faggete a perdita d’occhio sono la cifra naturalistica di questo angolo appartato e intatto tra Romagna e Toscana e un luna park per escursionisti di tutti i livelli.

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