San Giovanni d’Asso
PRO LOCO
Via XX Settembre 43/A
tartufodisangiovannidasso.it
cittadeltartufo.com
MUSEO DEL TARTUFO
Piazza Gramsci 1
museisenesi.org/museo/museo-del-tartufo-e-centro-di-documentazione
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Di bianco qui non ci sono solamente le strade polverose che ne disegnano la campagna: a San Giovanni d’Asso, infatti, l’eccellenza gastronomica è il tartufo bianco, che trova nel terreno argilloso delle Crete Senesi le condizioni ideali per crescere. Oltre ad assaggiarlo nei ristoranti tipici, doverosa è la visita al Museo del Tartufo ospitato nei sotterranei della rocca medievale che domina il borgo. Si tratta del primo museo italiano dedicato interamente al tartufo, che offre un percorso sensoriale e didattico che svela i segreti della ricerca, della conservazione e dell'utilizzo di questa prelibatezza che in ogni stagione ha la sua sagra: a novembre la Mostra-mercato del tartufo bianco, dedicata al fungo più pregiato e difficile da trovare a marzo la Mostra-mercato del tartufo marzuolo e in estate la Settimana del tartufo estivo, con pietanze al tartufo in un ristorante della zona sem¬pre diverso. Al di là della gastronomia, San Giovanni d’Asso è un vero gioiellino architettonico che svela le sue origini nel nucleo medievale fortificato, documentato dal 1151. A partire dal castello, prima residenza nobiliare e poi grancia, ovvero fattoria fortificata con tanto di fossato, ponte levatoio, cantine e cisterne, fino alle chiese, come la romanica chiesa di S. Giovanni Battista, risalente al XIV secolo, la chiesa della Misericordia, dedicata a S. Antonio Abate, che prende il nome dalla confraternita omonima fondata nel 1854, per cui oggi funge da oratorio e la chiesa di S. Pietro in Villore, dell’XI-XII secolo che si erge invece nella parte bassa del paese. Ultima sorpresa, poco fuori da l borgo, è il Bosco della Regnaia, un giardino incantato di 9 ettari ideato dall’artista americano Sheppard Craige, che continua a lavorarci dal 1996. Lo ha definito un “parco metafisico”: gli oggetti artistici di cui è disseminato il boschetto esortano lo spettatore a una riscoperta interiore proprio a partire dalla quiete e dalla natura in cui sono calati.
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