Tappa 2

Castelvecchio Pascoli (Barga)

CASA MUSEO DI GIOVANNI PASCOLI
www.fondazionepascoli.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
«Venni a Barga, vidi che c’era bello e sostai»: con queste parole del 1885 Giovanni Pascoli suggella il suo amore per la Garfagnana, dove il poeta romagnolo trascorse gli ultimi anni della sua esistenza. A Castelvecchio, la frazione di Barga immortalata nella sua raccolta poetica più celebre, i Canti di Castelvecchio, il Pascoli sembrò idealmente ricostituire quel “nido” familiare perduto a San Mauro e visse uno dei periodi letterari più fecondi e gratificanti, alternati alla docenza in diverse città italiane (Bologna, Messina, Pisa). Nel 1895, insieme alla sorella Maria, abbandonata Livorno, il Pascoli prese in affitto una villa rustica a Castelvecchio, la settecentesca “bicocca” con giardino, orto e vigneto, che poté acquistare solo nel 1902. Due i piani di cui si compone la dimora, in parte occupata dalla biblioteca e dall’archivio che conserva documenti e manoscritti. Cuore dell’abitazione è lo studio del poeta, con le celebri tre scrivanie dedicate agli studi latini, italiani e danteschi, mentre dal salotto si accede a un’altana da cui la vista spazia su uno splendido panorama. Tre camere da letto e la cucina consentono di aggirarsi tra gli aspetti più domestici della vita del poeta, grazie alla conservazione di mobili e suppellettili voluta dalla sorella – che visse in solitudine nella casa fino alla morte, nel 1953 – e di notevoli presenze artistiche tra cui Plinio Nomellini e Vittorio Corcos. Nella cappella attigua alla casa riposano il poeta e la sorella Maria, in un’arca marmorea di Leonardo Bistolfi.

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