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Veneto

Cavallino Treporti e la Laguna Slow

Itinerario

Cavallino Treporti e la Laguna Slow

in collaborazione con Touring Club Italiano

Terra e acqua insieme, in una penisola allungata tra la laguna di Venezia e l’Adriatico. Custode di una natura intatta, il Parco Turistico di Cavallino Treporti preserva un equilibrio delicatissimo tra territorio, persone e storia. Sembra fatto apposta per essere scoperto in bici, pedalando tra paesaggi mutevoli in cui si alternano spiagge lunghissime e dune, pinete e orti circondati dall’acqua, barene e tramonti fiammeggianti sulla laguna, fenicotteri rosa inclusi. La storia, soprattutto militare, è parte di questi scenari quieti, tra fortificazioni e torri telemetriche che punteggiano il territorio e raccontano un passato non così remoto. Un salto nello spazio-tempo che si fa intenso arrivati a Lio Piccolo, minuscolo borgo di laguna che sembra uscito da un dipinto.

Sembra di salpare per un’isola già lontana, staccandosi dalle città e dai paesaggi consueti: invece Venezia è a due passi, da qui se ne vede il profilo elegante sullo sfondo, così come si percepisce, dall’altra parte, la movida balneare di Jesolo. L’aria che si respira a Cavallino Treporti, però, è fatta di tutta un’altra materia, diversa e slow. Un posto che appartiene in pieno alla laguna di Venezia ma che non vuole competere con le vicine località superstar, come Burano o Murano, e si offre con una cifra tutta sua a chi decide di visitarlo.
Il Parco turistico di Cavallino Treporti comprende la stretta penisola che si stende per circa 15 km, dal faro di Punta Sabbioni a sud fino a quello di Cavallino a nord, affacciata da un lato sulla laguna e dall’altro sul mare Adriatico, che qui si fa inaspettatamente blu. Seduce soprattutto per la varietà dei suoi paesaggi di mare e di terra, tra spiagge, pinete, angoli di verde e orti, gli stessi che rifornivano di ortaggi le tavole dei Dogi e il mercato di Rialto. E poi c’è la laguna, incantevole, con i canali e le zone umide protette, le valli da pesca in cui si allevano anguille, orate, branzini e altre specie pregiate che insaporiscono la gastronomia locale, e le tipiche barene, gli isolotti che periodicamente vengono inondati dalla marea e contribuiscono a dare una forma unica al paesaggio.
La laguna è, da secoli, sfondo e protagonista della storia di questi luoghi in cui natura e presenza umana sono connesse in modo inscindibile. Come ricordano anche molte vicende storiche locali, determinate spesso proprio dalle evoluzioni dell’assetto idrogeologico: da rifugio per i cittadini in fuga dalle invasioni barbariche dopo la caduta dell’impero romano, nel Medioevo questi luoghi erano malsani e poveri. Vennero bonificati solo nel XVII secolo grazie allo scavo del Canale Cavallino, che aprì una via di navigazione tra il fiume Piave e la laguna contribuendo a rendere più salubri questi territori. Su queste sponde sono sorte nei secoli case coloniche e palafitte in legno, che qui chiamano “casoni di valle”, qualche palazzo nobile, alcune interessanti chiesette e numerosi forti, batterie e torri telemetriche erette a protezione di Venezia e ancora visibili.
Immutati nel tempo, e indimenticabili per chi li vede, sono i tramonti che si poggiano sulle acque ferme della laguna, spesso accompagnati dal battito d’ali di gabbiani, garzette e cavalieri d’Italia e dai profili eleganti di aironi, cormorani e fenicotteri rosa. Per esplorare questa natura quieta, il mezzo più adatto è la bici, lungo i molti tratti che percorrono il Parco turistico. Difficile scegliere la pista più affascinante, sono suggestivi persino nei nomi: Via del Respiro, Via dei Forti, itinerario storico e del tramonto.
La Via del Respiro, che parte da Cavallino e costeggia il Canale del Pordelio, è di certo la più scenografica, sospesa com’è al centro della laguna. Per gli appassionati di storia c’è la Via dei Forti che collega le molte fortificazioni militari del luogo, compresa la Batteria Vettor Pisani che è oggi un interessante museo della prima guerra mondiale. Destinazione di silenzio e stupore è, infine, quella che si raggiunge pedalando lungo l’itinerario storico che da Punta Sabbioni porta nell’incantevole borgo di Lio Piccolo e nella natura che lo circonda.

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