Copertina dell'itinerario Vallombrosa. La Foresta dei Monaci. TOSCANA-wide-scaled-1.jpg
Toscana

Vallombrosa. La Foresta dei Monaci

Itinerario

Vallombrosa. La Foresta dei Monaci

in collaborazione con Touring Club Italiano

La fitta foresta del Pratomagno, che nasconde al suo interno il grande Monastero di Vallombrosa, offre silenzio e refrigerio anche nelle più calde giornate d’estate. Saltino è la principale porta d’accesso alla “foresta dei monaci”, che conduce verso l’Abbazia che domina il bosco. Vallombrosa da sempre ha la sua ragion d’essere nella cura del bosco che la circonda, accudito da monaci operosi. Qui, lontano dal mondo, si può passeggiare all’interno della scura navata della Chiesa seicentesca dove spesso risuonano le note del grande organo, sostare nel chiostro o visitare l’antica farmacia dove, seguendo i consigli di un monaco, scoprire medicine naturali o cosmetici artigianali. Oppure si possono imboccare i sentieri che si diramano nel silenzio della Riserva Naturale di Vallombrosa, all’ombra di maestosi abeti.

Sulle pendici del massiccio del Pratomagno che si affacciano verso la Valle dell’Arno e Firenze, si può salire, nel fresco dell’estate e nel gelo invernale, alla scoperta della grande foresta dei monaci di Vallombrosa. Il segno più evidente del paesaggio è appunto la foresta, che esisteva già prima dell’insediamento dei religiosi, ma che dal loro assiduo lavoro è stata profondamente cambiata, con la piantumazione di un gran numero di abeti che oggi contendono ai faggi il dominio sul bosco secolare. Salendo dalla pianura, si entra nel silenzio ombroso della foresta. Saltino (frazione di Reggello), con alcune piccole case liberty e un gruppo di alberghi, è una sosta tranquilla che ricorda ancora l’epoca di grande sviluppo dei primi del Novecento, quando qui si saliva a villeggiare da Firenze e da tutta l’Italia Centrale. Ormai la meta di Vallombrosa è a portata di mano: da Saltino si può seguire un percorso pedonale molto piacevole o un breve tratto di strada, per sboccare, a fianco al grande bacino della peschiera, di fronte alla facciata seicentesca dell’Abbazia. Nella Chiesa solenne si conservano quadri e affreschi che ricordano le tappe della lunga storia del Monastero, dove sono spesso in programma concerti d’organo e di canto gregoriano. All’interno si ammirano il grande chiostro e il refettorio, mentre di fianco al portale della Chiesa si apre l’ingresso alla farmacia dei monaci: qui, immersi nell’aroma delle piante officinali, si può curiosare o chiedere un consiglio ai frati sui prodotti alimentari, medicinali o cosmetici prodotti con essenze della foresta. Lasciata l’Abbazia, una breve passeggiata nel bosco, superato il corso del torrente Vicano, porta a toccare cappelle e monumenti fino a raggiungere il Paradisino, un antico Eremo isolato che riserva a chi giunge fin lì uno splendido panorama. Per chi volesse ancora proseguire nel silenzio e nell’ombra fitta del bosco, in un’ora di cammino si arriva alla vetta del Monte Secchieta (1449 m): una passeggiata piacevole e solitaria per godere ancora un poco dell’ambiente silenzioso della grande foresta.

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