Copertina dell'itinerario Via Salaria. Da Rieti ad Amatrice. LAZIO-wide-scaled-1.jpg
Lazio

Via Salaria. Da Rieti ad Amatrice

Itinerario

Via Salaria. Da Rieti ad Amatrice

in collaborazione con Touring Club Italiano

Sono le acque del Velino il filo conduttore di questo tratto della Via Salaria, la strada romana che collegava l’Urbe alla costa adriatica, che si ripercorre inoltrandosi in un affascinante paesaggio montano. Si parte da Rieti, dove a sorprendere sono il passato romano e i tesori medievali del capoluogo sabino, e se ne esplorano le profondità nei sotterranei. Un intatto nucleo medievale accoglie a Cittaducale, mentre la piccola Antrodoco regala una perla architettonica appena fuori paese ed è la porta d’accesso a gole strette e selvagge, in cui gli unici suoni sono quelli dell’acqua che scorre più in basso, e dove si resta sbalorditi dalle soluzioni ideate dagli ingegneri romani per aprire questa via di comunicazione tra pareti a precipizio. Tappa finale dell’itinerario sulla Via Salaria è Amatrice, città-simbolo del terremoto del 2016, ancora in attesa di rinascita.

È ricco di emozioni questo tratto della Via Salaria compreso tra Rieti e Amatrice. Lungo questa importante arteria romana, già nel IV secolo a.C. il fruttuoso commercio del sale si svolgeva dall’Adriatico alle zone interne della penisola. Si parte dal capoluogo della Sabina: si rimane sorpresi alla scoperta che nel XIII secolo Rieti sia stata una delle sedi itineranti della corte pontificia, regalando alla città uno splendido Medioevo. Dal giardino di palazzo Vincentini se ne comprende la posizione strategica, incastonata com’è tra le montagne, ai bordi della fertile Conca reatina e sulla sponda destra del Velino. Nei sotterranei dei palazzi si nascondono tesori che testimoniano un passato importante all’ombra dell’Urbe, che volle far passare di qui la Via Salaria. Si toccano quindi Cittaducale, borgo di fondazione medievale ancora cinto da mura, e Antrodoco, che sfoggia uno dei monumenti romanici più interessanti del Centro Italia, la chiesa di S. Maria extra Moenia. Ci si inoltra infine nelle gole del Velino, dove all’ombra delle alte montagne appenniniche si segue il corso del fiume scoprendo qua e là le brillanti soluzioni messe in atto dagli ingegneri romani per aprire questa complessa strada che scavalca alti strapiombi e stretti passaggi tra le rocce. Il percorso si chiude ad Amatrice, completamente distrutta dal sisma del 2016: tra ritardi e speranze, la città sogna di rinascere e resta un osservatorio unico per il futuro dell’area.

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