Tappa 1

Museo della Figurina

Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103  
Tel. 0592032919 
biglietteria@fmav.org
www.fmav.org/collezioni/collezione-museo-della-figurina  
Apertura: mercoledì-venerdì 11-13 e 16-19, sabato e domenica 11-19 (variabili in base alle mostre) 
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

L’esposizione permanente del museo, affiancata da mostre tematiche allestite periodicamente, è un affascinante viaggio nella storia del costume europeo, scandito dall’evoluzione della raffigurazione e dell’uso delle figurine, ma anche di chiudilettera, fascette di sigari, calendarietti e cartoncini illustrati di ogni tipo. Davanti agli occhi rapiti dei visitatori scorre una storia fantastica che inizia dalle antiche xilografie a carattere sacro e termina alle moderne figurine autoadesive con tanto di ologrammi. In mezzo la fantasia cavalca fra esposizioni universali, paesaggi esotici, locandine turistiche, pubblicità di negozi e grandi magazzini e le vere e proprie figurine inserite nelle confezioni dei più disparati prodotti e talvolta abbinate a concorsi a premi, con la Liebig universalmente famosa per diffusione e per fantasia dei soggetti raffigurati. Ovviamente il posto d’onore spetta alle figurine sportive del secondo dopoguerra, quelle che hanno accompagnato molte generazioni, dalle imprese epiche di Fausto Coppi e Gino Bartali e dalla leggendaria avventura del Grande Torino fino ai giorni nostri, regalando a tutti l’immutata emozione di trovare un tesoro dentro una bustina: la figurina più desiderata, quella che mancava per completare l’album. La vastissima collezione lasciata da Giuseppe Panini non si limita alle figurine in senso stretto ma spazia sulla multiforme varietà di piccole stampe colorate che si diffuse con l’avvento della cromolitografia, inventata in Francia nel 1837. Grazie alla nuova tecnica tipografica si potevano produrre con grande precisione nei dettagli e a basso costo immagini a colori, che così divennero per la prima volta nella storia accessibili a un vasto pubblico. Fu una vera rivoluzione culturale che coinvolse ogni aspetto della vita quotidiana offrendo nuove possibilità di conoscenza: nelle case iniziarono a comparire libri illustrati, immaginette sacre, calendari, locandine pubblicitarie e le antesignane delle odierne figurine, spesso distribuite assieme ai prodotti commerciali del primo timido consumismo. Le piccole stampe mostravano con intento enciclopedico piante e animali esotici, accompagnavano la fantasia attraverso i curiosi paesaggi di un colonialismo di maniera, illustravano il progresso che avanzava con treni, ponti e fabbriche imponenti come Cattedrali, mostravano con un po’ di ingenuità come ci si vestiva e si viveva nel resto del mondo. Si diffusero allora i cartoncini e le etichette esposti e raccontati nel museo: fascette di sigari, biglietti da visita, bustine e scatolette di fiammiferi, “cigarette cards”, bolli chiudilettera, menù, calendarietti da barbiere, confezioni di caramelle e di cioccolatini. Il mondo si arricchì dei colori vivaci della cromolitografia e iniziò anche un’accanita tradizione di collezionismo.

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