Tappa 1

Pescara

COMUNE
Piazza Italia 
Tel. 08542831
www.comune.pescara.itLa cinquecentesca piazzaforte di Pescara fu in alcuni periodi tra le più importanti del Regno delle Due Sicilie. Era a forma di pentagono, posta a cavallo del fiume omonimo, presso la foce. Il 16 settembre 1860 la Guardia Nazionale di Chieti, filopiemontese, occupò la Real Piazza abbandonata dalla guarnigione. Re Vittorio Emanuele la visitò mentre si dirigeva a incontrare Garibaldi, e dagli spalti annunciò la volontà di abbatterne le mura per permettere lo sviluppo della città. Ma la demolizione procedette con estrema lentezza, tant’è che nel 1886 le mura erano ancora in gran parte esistenti. Mentre Pescara era chiusa tra le mura della fortezza, a nord del fiume c’erano pochissime ville sparse, alcune case di pescatori presso la foce e, in collina, un nucleo abitato. Insieme costituivano il Municipio di Castellammare Adriatico, che si sviluppò a partire dal 1862 grazie alla realizzazione della linea ferroviaria. Le due piccole città si unirono nel 1927, nonostante le antiche rivalità. L’iniziativa fu di Gabriele D’Annunzio e di Giacomo Acerbo, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. La proposta fu di costituire una nuova provincia con a capo la città di Aterno; ma Acerbo volle fermamente che avesse il nome di Pescara, in onore di D’Annunzio. Proprio il Vate accompagna il visitatore alla visita di Pescara, grazie alle numerose epigrafi che indicano un sentiero letterario che in dieci tappe conduce per le vie della città con le parole tratte dalle opere del poeta. La maggior parte è concentrata nella zona della vecchia Pescara: nel cortile e all’esterno della casa natale, sul campanile della Cattedrale di San Cetteo (è l’unica in cui è riprodotta la grafia del Vate), all’inizio di Corso Manthonè e di Via delle Caserme, in Piazza Unione a guardare Ponte Risorgimento. Le restanti sono sulle mura della vecchia stazione di Pescara Centrale, in Viale Leopoldo Muzii all’esterno del Conservatorio di Musica, a Piazza della Rinascita, conosciuta anche come Piazza Salotto, all’angolo con Via Regina Margherita e infine alla Pineta sulle mura dell’Aurum.

MUSEO CASA NATALE DI D’ANNUNZIO
Corso Manthonè 116 
Tel. 08560391 
drm-abr.casanataledannunzio@beniculturali.it
www.musei.abruzzo.beniculturali.it/musei?mid=65&nome=museo-casa-natale-di-gabriele-dannunzio
Apertura: martedì e giovedì 9-13, mercoledì 14-19, sabato e domenica 9-13 su prenotazione
Condizioni di visita: ingresso a pagamento Il museo occupa il piano nobile dell’edificio dove il poeta nacque e trascorse la sua infanzia. L’aspetto attuale dell’edificio è quello che risultò dalla ristrutturazione che volle lo stesso D’Annunzio. Le camere conservano l’atmosfera originale ottocentesca, con pareti e soffitti elegantemente decorati e arredi d’epoca. La visita alle prime cinque stanze, che costituiscono il nucleo originario della casa-museo, è guidata dalla descrizione che il poeta ne fa nel suo Notturno. Nelle altre stanze sono esposti documenti, libri, fotografie, calchi e cimeli rappresentativi della figura del Vate.

MEDIAMUSEUM - MUSEO NAZIONALE DEL CINEMAAssociazione Culturale Ennio Flaiano Piazza Emilio Alessandrini 34 Tel. 0854517898 info@premiflaiano.comwww.premiflaiano.comApertura: lunedì e giovedì 10.30-19, martedì, mercoledì e venerdì 10.30-12.30 ; altre aperture su prenotazione o durante manifestazioni

Condizioni di visita: ingresso a pagamento

ll Mediamuseum è stato creato per favorire la conoscenza, lo studio e la promozione della creatività del mondo cinematografico, teatrale, audiovisivo e multimediale in generale. Nella sezione espositiva ci sono, tra l’altro, sale dedicate a Ennio Flaiano e a Gabriele D’Annunzio. È sede dei Premi Internazionali Flaiano, dell’Istituto Multimediale Scrittura e Immagine, del Centro Studi Dannunziani e dell’Istituto Nazionale di Studi Crociani.

MUSEO CIVICO BASILIO CASCELLA 
Viale Marconi 45 
Tel. 0858962977-0854510026
info@museocascella.it
www.gentidabruzzo.com 
Apertura: venerdì 9-13, sabato e domenica 16-20 
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

L’edificio che ospita il museo dedicato a questa dinastia straordinaria è quello che Basilio Cascella costruì nel 1895, per abitarvi con la propria famiglia e installarvi un laboratorio cromolitografico, che presto diventò punto d’incontro di uomini di cultura. Il figlio Tommaso volle restituirlo al Comune nel 1966 insieme a opere del padre, sue, dei fratelli e dei figli perché fosse trasformato in Museo Civico, inaugurato il 22 marzo 1975. La dinastia dei Cascella, giunta alla quinta generazione di artisti, rappresenta un caso singolare. Il capostipite è Basilio (1860-1950), pittore, ceramista e litografo di successo. Fu maestro dei suoi figli: Tommaso (1890-1968), pittore e ceramista; Michele (1892-1989), il più cosmopolita e noto a livello internazionale, pittore, incisore e ceramista; Gioacchino (1903-1982), che si stabilì a Rapino dove contribuì alla rinascita dell’attività ceramica. La terza generazione annovera i figli di Tommaso: Andrea (1919-90) fu disegnatore, pittore, ceramista e affermato scultore; Pietro (1921-2008) iniziò la carriera come pittore e ceramista, ma si affermò come scultore; in città sono presenti infatti diverse sue opere monumentali. La quarta generazione presenta Marco (1949), figlio di Andrea, in cui la passione per la pittura ha prevalso sulla professione medica. A fianco di Marco sono i figli di Pietro: Tommaso Junior è pittore e scultore; Susanna, che vive a Roma, predilige l’arte applicata, dipingendo tessuti da indossare; Jacopo, pittore e incisore, è l’autore delle vetrate della Chiesa di San Franco a Francavilla al Mare. La quinta generazione è rappresentata dal figlio di Tommaso Junior, Matteo, in arte Basilè, che interpreta l’attualità coniugando le diverse forme espressive concesse dalle nuove tecnologie. Tra le opere esposte (circa seicento) si segnala in particolare il capolavoro di Basilio Cascella Il bagno della pastora (1903).

LA NAVE 
Largo Mediterraneo 

Dal 1987 La Nave di Pietro Cascella orna la rotonda principale del lungomare settentrionale di Pescara. La monumentale fontana in travertino fu esposta per un mese in Piazza Santa Croce a Firenze, prima di approdare nel luogo al quale era destinata, che dovette cambiare fisionomia e assumere un nome specifico. Pietro Cascella volle che fosse eliminata la balaustra che delimitava la rotonda perché si potesse liberare la vista della spiaggia e del mare, come se la nave dovesse salpare da un momento all’altro. Il luogo in cui è collocata la fontana, da Rotonda di Piazza I Maggio cambiò nome in Largo Mediterraneo. Masse scultoree sferiche e semisferiche, sbarre ad angolo retto, parallelepipedi e prismi si innestano tra loro interpretando gli strumenti di navigazione e dando la sensazione del movimento. Dallo scafo emergono i remi tuffati nell’acqua della grande vasca movimentata da zampilli che con i riflessi gioca con il bianco della pietra e dialoga con i colori della sabbia e del mare.

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