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Veneto

Tra Padova e Vicenza il gusto autentico dell’aia

Itinerario

Tra Padova e Vicenza il gusto autentico dell’aia

in collaborazione con Slow Food

La storia gastronomica tra Padova e Vicenza parla di prodotti genuini e familiari: simbolo di questa tradizione è l’aia, dove scorrazzavano gli animali da cortile e i contadini si riunivano per la trebbiatura dei cereali. Si parte dal Vicentino per conoscere un prodotto che passava dalle corti: il riso vialone nano di Grumolo delle Abbadesse, testimonianza della coltivazione risicola iniziata nel XV secolo. A Villafranca Padovana si va alla scoperta di un’antica razza avicola dal piumaggio sontuoso – la gallina padovana – visitando un’azienda agricola che si è spesa per salvare questa specie dall’estinzione. Altro simbolo dell’alimentazione contadina è il mais, specialmente quello della varietà biancoperla che si produce a San Martino di Venezze. Dai suoi grandi chicchi biancoperlacei si ricava la pregiata polenta bianca, più fine, delicata e saporita, ma anche meno conosciuta, di quella gialla.

La storia gastronomica tra Padova e Vicenza parla di prodotti genuini e familiari, tre dei quali Presìdi Slow Food: simbolo di questa tradizione è l’aia, dove scorrazzavano gli animali da cortile e i contadini si riunivano per la trebbiatura dei cereali. Si parte dal Vicentino per conoscere un prodotto che passava dalle corti: il riso vialone nano di Grumolo delle Abbadesse, testimonianza della coltivazione risicola iniziata nel XV secolo. Coltivato oggi in circa 120 ettari, meno della metà di quanto accadeva nel Seicento, il vialone nano di Grumolo ha chicchi medio-piccoli, ma la qualità, grazie alle caratteristiche del terreno e delle acque, è eccellente. Gonfia molto con la cottura e assorbe molto bene i condimenti: i risotti sono eccezionali. A Villafranca Padovana si va alla scoperta di un’antica razza avicola – la gallina padovana – visitando una un’azienda agricola di che si è spesa per salvare questa specie dall’estinzione. Impossibile non riconoscerla dal piumaggio sontuoso: una lunga barba, i favoriti sulle guance e un ciuffo di lunghe penne che si aprono a corolla e le piovono sugli occhi. Forse di origine polacca, può essere di colore nero, bianco, dorato, camosciato o argentato. La pelle è sottile e la carne più scura delle altre galline, più simile a quella del fagiano o della faraona. Altro simbolo dell’alimentazione contadina è il mais, specialmente quello della varietà biancoperla che si produce a San Martino di Venezze. Le pannocchie sono affusolate, allungate, con grandi chicchi bianco perlacei e brillanti, vitrei, da cui si ricava la polenta bianca detta anche “di Treviso”, fine, delicata, saporita, insuperabile in abbinamento con i piatti di pesce povero di fiume e di laguna, ma sfortunatamente meno conosciuta di quella gialla.
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