
Sesto S. Giovanni. L’Hangar del design
Itinerario
Sesto S. Giovanni. L’Hangar del design
Gli spazi della ex Breda, a Sesto San Giovanni, sono tra i protagonisti della rivoluzione industriale a cavallo tra il XIX e il XX secolo, sudore e gloria dell’industria pesante italiana. Qui si costruivano treni, locomotive, aerei militari, autocarri e altri macchinari. Oggi, sotto gli stessi scheletri di ferro che ospitavano migliaia di operai, s’incontrano i talenti dell’arte, della musica e del design. Si entra nella grande fabbrica metalmeccanica affascinati da un sorprendente gioco di contrasti tra archeologia e arte contemporanea. Si può camminare liberamente tra gli enormi Sette Palazzi di Kiefer nell’HangarBicocca, scegliere una mostra temporanea o dedicarsi alle collezioni permanenti che raccontano la storia del disegno industriale italiano, un’eccellenza lombarda.
Sesto San Giovanni, ex polo dell’industria siderurgica che nella prima metà del Novecento ha costruito una parte importante d’Italia, oggi rivive come parco archeologico industriale. Nello Spazio MIL, Museo dell’Industria e del Lavoro, l’eco di migliaia di voci degli operai che lavoravano alle acciaierie viene restituito da un’installazione sonora su cui sono state scritte ledate salienti della città delle fabbriche nata a Sesto a partire dal 1903 con gli stabilimenti Breda, Marelli, Falk, Campari e Pirelli, per citare solo i principali. Camminiamo sotto la monumentale struttura del Carroponte, lunga 200 m e larga 60, con le sette gru alte 20 m che prelevavano i pesantissimi rottami di ferro destinati alle fonderie della Falk attraversando sui binari l’intera città di Sesto. Oggi ai rumori di movimentazione dei materiali pesanti si sono sostituite le chitarre dei concerti rock e di altre manifestazioni all’aperto che si tengono in estate, tra le grandi opere dell’ingegneria meccanica come la locomotiva Breda 830 n. 17 parcheggiata nel parco. Dal macro al micro, nel dopoguerra l’industria è entrata nelle nostre case condizionandone gusti e arredamento: dalla macchina da cucire Mirella disegnata da Marcello Nizzoli nel 1957 per Necchi, al telefono Grillo progettato nel 1965 da Marco Zanuso e Richard Sapper. I modellini in legno realizzati a mano da Giovanni Sacchi, dai quali partiva l’intera produzione, sono ammucchiati come fossero vecchi giocattoli negli scaffali dell’Archivio Sacchi all’interno dello Spazio MIL. Ma il luogo più rappresentativo di questa trasformazione è l’Hangar Bicocca, spazio in continua evoluzione che ha convertito le officine Ansaldo-Breda in una delle più grandi fabbriche d’arte contemporanea. Babele di linguaggi espressivi che quasi disorienta quando si cammina alla base dei Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, le torri alte fino a 18 m realizzate con moduli di cemento appositamente per questo spazio che Pirelli ha voluto “per far dialogare discipline diverse”. Suggestioni post industriali che cominciano con la grande opera in ferro di Fausto Melotti all’ingresso dell’hangar.