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Friuli Venezia Giulia

Venzone. Il Medioevo Rinato

Itinerario

Venzone. Il Medioevo Rinato

in collaborazione con Touring Club Italiano

Si assecondano i colli friulani per scoprire Venzone, esempio di bellezza medievale resistita agli eventi della storia recente. Lo sguardo segue le migliaia di pietre che fortificano il borgo fin dalla metà del Duecento, mentre dall’Arco della Porta di Sotto si accede a un salotto d’arte e architettura, riportato all’antico splendore dopo le bombe del ’45 e il terremoto del 1976. Si ammira la facciata del più antico palazzo locale, la duecentesca Casa Marcurele, prima di varcare il Duomo romanico-gotico dedicato a Sant’Andrea. Lo sguardo si sofferma sulle lunette dei portali trecenteschi del maestro Griglio, ed all’interno, sulla deposizione lignea del Cristo (XVI secolo) Una volta fuori, pochi passi conducono davanti al Palazzo Comunale e alla sua loggia, splendide architetture gotico-fiorite riedificate pietra dopo pietra, come il resto del borgo. Tra i saloni di Palazzo Orgnani Martina emoziona infine l’esposizione multimediale “Tiere Motus”, dedicata al coraggio della ricostruzione e all’arte di ricominciare.

Nel dolce saliscendi dei colli friulani, si raggiunge Venzone, uno dei centri storici più antichi e affascinanti del Friuli, un paese medievale perfettamente ricostruito nelle sue forme dopo i terribili danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e dal terremoto del 1976. Fondato intorno all’anno Mille, per la sua posizione strategica e di collegamento tra la Carinzia e la pianura, fu protetto lungo il perimetro da mura e fossati fin dalla metà del Duecento. Venzone è riuscita a risorgere con il merito di recuperare l’antico impianto urbanistico, riportando gli edifici all’aspetto che avevano nei secoli precedenti. Per i lavori di costruzione sono state catalogate migliaia di pietre recuperate dalle macerie e sono stati riportati alla luce anche segni del passato, che nel corso degli anni erano stati eliminati o nascosti (bifore, finestre, aperture e passaggi). Non sono stati ricostruiti invece gli edifici più recenti, che avevano il difetto di alterare l’antica struttura urbanistica. Il borgo si scopre dolcemente partendo dall’imponente cerchia di mura che si estende per un perimetro di oltre un chilometro; delle tre torri che le interrompevano, due furono abbattute nell’Ottocento, oggi rimane solo quella di S. Genesio, originaria del 1309, da cui si può partire per raggiungere le altre destinazioni. Ecco apparire la facciata del più antico palazzo locale, la duecentesca Casa Marcurele, che anticipa l’ingresso al Duomo romanico-gotico dedicato a S. Andrea, costruito agli inizi del Trecento. Davanti al Duomo si trova la piccola cappella dedicata a San Michele dove inquieta e affascina la perfetta conservazione di alcuni corpi mummificati che devono il loro stato all’azione di una muffa particolare. Di nuovo a passeggio ci si ritrova in pochi passi in piazza della Libertà, dove si affaccia il Palazzo Comunale, in stile gotico veneziano, con un porticato decorato da resti di affreschi. Ultima tappa è Palazzo Orgnani Martina, tra i cui saloni si snodano le sale della mostra permanente dedicata ai danni del terremoto e alla ricostruzione del paese dall’evocativo titolo “Tiere Motus”, vero inno al coraggio della ricostruzione e alla tutela della bellezza.

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