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Campania

Carbonara. Il borgo fantasma

Itinerario

Carbonara. Il borgo fantasma

in collaborazione con Touring Club Italiano

Tra vicoli dimenticati, resti di case e antichi palazzetti, nel borgo di Carbonara si vive un’atmosfera surreale. Abbandonato nel 1930 dopo un violento terremoto, oggi è un luogo fantasma: strade sconnesse, muri screpolati, silenzio. Un intero paese rimasto com’era all’inizio del Novecento. La memoria di questa piccola Pompei contemporanea è coltivata con passione dal Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia” nella vicina Aquilonia. Qui si intraprende un suggestivo viaggio nel tempo: sala dopo sala si animano le storie di pastori e contadini che testimoniano i mestieri tradizionali, e gli oggetti di un tempo ridanno vita al passato di questi luoghi delle montagne del Sud. Lo stesso passato che rivive nel vicino borgo di Bisaccia, affacciato col suo Castello Ducale sulla Valle dell’Ofanto.

Su un’altura affacciata sulla valle del torrente Osento, affluente dell’Ofanto, fino al 1930 sorgeva un borgo chiamato Carbonara. Era stato fondato nei pressi della mitica Aquilonia, città osca teatro della celebre battaglia del 293 a.C., durante la quale il fiero popolo italico fu sconfitto dai Romani. Nel 1862 il borgo fu battezzato proprio Aquilonia, ma venne distrutto dal terribile sisma che nel 1930 flagellò l’Irpinia: l’evento rase al suolo l’abitato e provocò molti morti e feriti. I superstiti si misero subito all’opera e a 2 km dal borgo distrutto ricostruirono le loro case, fondando una nuova città che, ancora una volta, prese il nome di Aquilonia. Oggi la città ricorda il suo lungo passato grazie al Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia”, il più grande e ricco museo del genere in Italia. È una struttura efficiente e moderna, che attraverso un meticoloso e intelligente lavoro di raccolta e catalogazione di migliaia di oggetti ricostruisce una secolare identità culturale per consegnarla alle nuove generazioni. Qui si ritrovano oggetti e simboli della vita quotidiana di chi, per secoli, ha lavorato una terra sferzata dal vento, lo stesso vento che oggi batte i ruderi del borgo medievale di Carbonara. Vale la pena di andarci a passeggiare: il Parco Archeologico illustra la funzione dei diversi edifici, delle strade e delle piazzette del paese abbandonato. Si cammina tra scampoli di muri, quinte crollate, finestre vuote. Il silenzio è eloquente e accompagna la memoria in un viaggio nel passato, mentre lo sguardo spazia per il vasto orizzonte. All’ingresso del parco si può visitare anche il neonato Museo delle Città Itineranti, dedicato ai paesi italiani abbandonati a causa di terremoti, alluvioni, frane e altre calamità naturali.

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