La Marmolada. Regina delle Dolomiti
Itinerario
La Marmolada. Regina delle Dolomiti
Nel silenzio della grandiosità degli scenari dolomitici, con i 3343 m della Punta Penia, ecco la Regina delle Dolomiti, la Marmolada. Solenne, maestosa si presenta la cima più elevata delle Dolomiti, ammantata da un vasto ghiacciaio che con le sue acque alimenta il lago di Fedaia, bacino artificiale accanto all’omonimo passo. In un panorama spettacolarmente aperto, con vedute da mozzare il fiato, il Passo Fedaia non è certo passato inosservato agli appassionati di ciclismo, disposti a percorrerne anche i tratti più impervi pur di trovarsi al cospetto del ghiacciaio della Marmolada, a 2057 m di quota. È lo stesso scenario dolomitico quello che in una conca di rilievi boscosi, l’Agordino, inquadra affascinanti borghi come Rocca Pietore e Agordo, che con le Dolomiti condividono senza soluzione di continuità aree tra le più ricche di risorse naturalistiche dell’arco alpino.
Solo chi sceglie di salire sul Sass Pordoi, raggiungibile dall’omonimo passo con una moderna funivia, può comprendere la complessità e la grandiosità delle Dolomiti. Abbracciare con lo sguardo «l’opera architettonica più bella del mondo», come le definì Le Corbusier, o assistere verso il tramonto all’“enrosadira”, quando le cime si tingono di sbalorditive tonalità che sfumano dal rosa all’arancione, fino al viola, consentono di capire perché le Dolomiti siano state iscritte tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. In questo contesto, nella magia dei giochi di luce e ombra che proiettano sulle sue impressionanti pareti verticali, la cima avvolta dal più esteso ghiacciaio del territorio dolomitico, si staglia imponente la Marmolada, la vetta più alta delle Dolomiti. Non stupisce, dunque, se sin dai primi dell’Ottocento abbia sedotto temerari alpinisti desiderosi di conquistarla, traguardo raggiunto per la prima volta nel 1864 dall’austriaco Paul Grohman. È montagna di contrasti la Marmolada, con le sue vette vertiginose dalle quali si aprono incomparabili vedute panoramiche, le pareti incise da sembrare opere d’arte, i dirupi mozzafiato, il fantastico ambiente lunare del Sass Pordoi, i paesaggi sbalorditivi del Passo Fedaia e dell’omonimo lago. Poi lo scenario cambia, e alle pendici della Regina delle Dolomiti il paesaggio assume forme più dolci, ondulate coperte da prati e da rilievi ammantati da boschi. Siamo nel territorio storico dell’Agordino, all’interno della valle del Cordevole, una conca estesa tappezzata di piccoli, graziosi borghi tra i quali Agordo, il centro principale dalle origini antichissime, in passato fiorente polo minerario, fornitore di materia prima per le spade bellunesi, l’arsenale e la zecca veneziana, oggi fiero di contribuire all’economia locale con la produzione di occhiali. Ha origini antiche anche Rocca Pietore, punto di partenza di escursioni di rilevante impatto naturalistico, dal 2016 nel novero dei Borghi più Belli d’Italia e dal 2018 riconosciuto dal Touring Club Italiano tra i borghi eccellenti dell’entroterra italiano e per questo insignito della Bandiera arancione.