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Molise

La via dei tratturi in Molise

Itinerario

La via dei tratturi in Molise

in collaborazione con Touring Club Italiano

C’è una via privilegiata per scoprire l’entroterra del Molise, una regione per molti un po’ fuori rotta e che riserva la sua bellezza a chi sa praticare la curiosità. È la via che corre lungo il tracciato dei tratturi, le antiche vie della transumanza su cui viaggiavano uomini, greggi, eserciti e commerci e che hanno plasmato la fisionomia di questo territorio boscoso, a tratti quasi misterioso. In una natura poderosa e protetta, da scoprire a piedi o in mountain bike, sono tanti gli scrigni di biodiversità, come la Riserva MAB Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise, e ancora di più i piccoli borghi sorti proprio lungo la via dei tratturi: Pescolanciano, tutto all’ombra del suo castello, Carovilli con i tartufi, i formaggi e le delicatessen, e San Pietro Avellana, la cui memoria antichissima è stata in parte cancellata dagli eventi della storia con la S maiuscola.

Sono 3000 i chilometri dal Gran Sasso al Salento, percorsi ogni anno da milioni di capi di bestiame che si spostavano dai pascoli di montagna a quelli di pianura seguendo il ritmo delle stagioni: la via dei tratturi ha dato forma a questa parte d’Italia e per secoli, ha collegato persone, mosso economie e messo in comunicazione culture e lingue. Il Molise ne era uno dei cuori pulsanti e, ancora oggi, un’eco lontana di quello che è stato risuona tra i paesaggi boscosi e nelle atmosfere arcaiche e un po’ misteriose.
Una vicenda, quella dei tratturi, iniziata con la vittoria di Roma sui Sanniti e segnata da fasi alterne, tra momenti d’oro, lunghi abbandoni e nuove riprese, fino al definitivo spopolamento di queste vie pulsanti, dopo l’Unità di Italia. Oggi molti dei tratturi principali si percorrono ancora e, sugli ampi tratti erbosi che ne compongono il tracciato, è facile immaginare gli animali che pascolano e li attraversano lenti, quasi come un fiume, e sembra di sentire le voci di tutti i pastori, dei commercianti, dei briganti e dei sacerdoti che sono passati da qui. Intorno, grandi silenzi, scorci che si fanno subito montani, il verde intenso di un bosco, i grappoli di case appoggiati sulle colline alte.
Una scoperta lenta per un territorio intatto, da fare camminando o pedalando, a volte sull’erba, a volte su tratti di un antico selciato, tra cippi segnaletici che ricordano i “Regi tratturi” e testimonianze archeologiche e architettoniche che fanno da controcanto a panorami intatti. Come quelli protetti dalla Riserva MAB Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise, custode dell’equilibrio delicato tra paesaggi naturali e umani: qui la scoperta richiede un passo leggero e attento, tra boschi pieni di vita da ascoltare e osservare, animali liberi e profili ondulati e avvolgenti del tutto attorno.
Lungo gli assi dei tratturi principali, sui tratturelli e sui bracci secondari sono tutti da scoprire alcuni dei borghi più caratteristici del Molise, così fitti di tradizioni, eccellenze da gustare e storie di un’Italia meno nota e un po’ defilata. Tra le case-mura di Pescolanciano, che si sporge da uno sperone di roccia e vive all’ombra del suo castello imponente, nel piccolo Carovilli, ricco di testimonianze storiche, o a San Pietro Avellana, trasformato da terremoti e guerre e luogo della memoria pastorale e contadina nel Museo dell’Alto Molise dedicato ad arti, mestieri, costume e archeologia.

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