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Lombardia

Treviglio. Il Polittico di San Martino

Itinerario

Treviglio. Il Polittico di San Martino

in collaborazione con Touring Club Italiano

Al cospetto dei quasi 6 m d’altezza del Polittico di San Martino, custodito nell’omonima Basilica a Treviglio, la prima impressione è quella di sentirsi infinitamente piccoli. Ma ancor più ci si stupisce di fronte all’abilità e al genio di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, che in ben vent’anni di lavoro composero questo autentico gioiello degli albori del Rinascimento. È piacevole perdersi nei mille e più dettagli che costellano gli scomparti, come le frecce che trafiggono San Sebastiano e il mantello che San Martino spartisce con il povero infreddolito. Tra vesti elaborate e ori risplendenti, a incantare è anche la struttura della pala, che evoca un palazzo privo di facciata, dentro il quale sembra quasi di poter entrare per partecipare al consesso di santi.

Ammirando il Polittico di San Martino custodito nella Basilica di San Martino e di Santa Maria Assunta a Treviglio sembra quasi di poter “sbirciare” all’interno di un grandioso palazzo dalla facciata trasparente. Si ammirano la Madonna, San Martino, gli altri santi e gli angeli, disposti su un fondale carico di ori e preziosità, che i pittori Bernardo Zenale e Bernardino Butinone seppero però modernizzare grazie all’uso della prospettiva nelle arcate, nei soffitti e nei pavimenti. È come assistere al passaggio in Lombardia tra lo stile gotico internazionale, sfarzoso e raffinato, e l’affermazione del Rinascimento, dove è la misura a contare di più e dove sono centrali espressioni e fisionomie. Si va alla ricerca dei mille dettagli che rendono unico questo polittico: le stoffe damascate e ricamate degli abiti dei santi, impreziosite da perline; le acconciature e gli accessori; i frutti pendenti dei festoni, con uccellini che rendono vivace la scena. Ci si inoltra nel mistero delle storie sacre, ed ecco le tre sante sulla sinistra, abbigliate come principesse, che mostrano i simboli della loro fede: gli occhi per Lucia, la ruota dentata per Caterina, i sacri unguenti per la Maddalena. Altrettanto ricchi sono i paramenti dei santi sottostanti: in particolare Maurizio e Zeno, molto venerati a Treviglio, città di cui si riconosce il campanile nel paesaggio di sfondo. Nella splendida scena centrale con San Martino si avvertono infine tutta l’umanità del cavaliere e il freddo patito dal povero.

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