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Lombardia

Monza. La Reggia e la valle del Lambro

Itinerario

Monza. La Reggia e la valle del Lambro

in collaborazione con Touring Club Italiano

Oasi strappata al cemento in una delle zone più industrializzate d’Italia, la Valle del Lambro è un nastro verde che si srotola sotto le ruote della bicicletta, man mano che si pedala lungo gli argini, all’ombra dei pioppi e dei carpini dove si sentono ancora il cinguettio degli uccelli e il tuffo in acqua del martin pescatore. Il fiume Lambro traccia la linea del parco tra cascine, campi coltivati a mais, balle di fieno arrotolate che brillano sotto il sole, mucche e scorci cittadini. Il percorso inizia dal Parco della Reggia di Monza con una passeggiata suggestiva e rilassante tra alberi monumentali, viali storici e giardini ben curati, e prosegue verso nord lungo la riva sinistra del Lambro con una pista ciclopedonale immersa nell’atmosfera del fiume.

Il Parco Regionale della Valle del Lambro è una striscia vegetale ricca di suggestioni naturalistiche che attraversa la Brianza occidentale, offrendo un polmone verde a una delle zone più industrializzate d’Italia. Si snoda lungo il corso del fiume, che nasce alle pendici dei monti lariani e scorre verso sud per 130 km attraversando la città di Monza. Qui nel 1809 il viceré Eugenio di Beauharnais, che amava soggiornare nelle stanze della Villa Reale, volle inglobare il Lambro all’interno del grande parco, impreziosendo i giardini e allo stesso tempo riservandosi i diritti d’acqua, che a quel tempo valevano molto. All’interno della tenuta, oggi divenuta giardino pubblico, si trovano mulini e rogge, piccole cascate, laghetti e fontane. Si pedala lungo i maestosi viali prospicienti la reggia, tra alberi monumentali magnolie, platani, carpini, ippocastani e specie esotiche. Una pista ciclabile costeggia il fiume in direzione nord e prosegue oltre il parco tra stradine secondarie e vialetti di terra battuta, alternando scorci di campagna coltivata a boschi cedui di frassini, carpini, robinie e ontani che in primavera riacquistano leloro chiome frondose e i loro odori selvatici. Dai ponticelli si ascolta il gorgoglio della corrente e si ammira il lento incedere dei cigni interrotto dall’improvviso volo a pelo d’acqua del germano reale. Oltre a numerose specie di uccelli, si osservano scoiattoli, volpi, faine e donnole. Il percorso, sempre protetto, prosegue in direzione dei monti incontrando mulini, cascine, dimore nobili e gioielli d’architettura come la Chiesa romanica dei Santi Pietro e Paolo ad Agliate. Senza mai allontanarsi dal fiume “lucente”; Lambro infatti deriverebbe dalla parola greca lampròs che significa “luminoso”, perché così gli storici del passato lo ricordano.
 

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