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Lombardia

Lodi. Ceramiche artistiche

Itinerario

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Lodi. Ceramiche artistiche

in collaborazione con Touring Club Italiano

Non si sa se apprezzare di più le forme armoniose, la policromia vivacissima o i tipici decori floreali di campanule e ranuncoli che s’ispirano alla campagna lodigiana. La visita al laboratorio Ceramica Artistica Lodigiana “Vecchia Lodi” è tutta una scoperta: s’impara a riconoscere i tratti distintivi della produzione locale, dall’uso dei colori macinati alla cottura a “gran fuoco” con cui ogni manufatto, brocca, vaso e servizio da tavola viene dipinto e posto a cuocere a elevate temperature. Poi si ascoltano, incuriositi, i racconti degli artigiani che parlano dei secoli d’oro in cui le ceramiche di Lodi erano richieste dalle corti di tutta Europa, e del talento impiegato ancora oggi da ognuno di loro per trasformare, nel nome della tradizione, ogni oggetto in pura poesia.

Varcare la soglia della Ceramica Artistica Lodigiana “Vecchia Lodi” significa immergersi in un mondo di forme armoniose, freschezza inventiva, decori eclettici, accostamenti di colori vivaci e brillanti. All’interno della storica bottega si rimane stupiti dalla ricchezza e varietà della produzione: servizi da tavola, vasi, brocche e zuppiere nello stile “Vecchia Lodi”, ma anche alberi, foglie, fiori e una grande quantità di frutta e verdura realizzata in omaggio al tema dell’Expo milanese del 2015. Il laboratorio di Via San Fereolo, fondato nel 1981, si fregia del N. 1 d’iscrizione nel registro del marchio Ceramica Artistica Tradizionale Italiana, ed è l’unico in Lombardia a rappresentare l’antica scuola ceramica lodigiana, che raggiunse la massima fioritura a metà nel Settecento, quando le porcellane lodigiane erano commissionate dalle corti di tutta Europa, al pari di quelle di Faenza e Capodimonte. A quell’epoca i maestri della ceramica, i figulini di Lodi, erano i Cappellotti, i Rossetti, i Dossena e i Ferretti, che contrassegnavano la loro produzione con un segno distintivo a forma di chiodo, tuttora presente nelle creazioni locali. Fu soprattutto Antonio Ferretti ad arricchire i temi ornamentali classici – paesaggi e castelli fantastici, scene galanti o figure mitologiche, ispirati alle porcellane francesi e orientali – con i tipici fiori della campagna lombarda: campanule e ranuncoli, garofani e l’incantevole rosa lodigiana. Per chi vuole apprendere i segreti di questa nobile arte il consiglio è di soffermarsi a osservare le tecniche degli artigiani al lavoro, seguendo i passaggi che con il loro talento permettono di trasformare la dolce terraglia di colore bianco grigiastro in oggetti policromi di raffinata ed esclusiva fattura.

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