Copertina dell'itinerario Bomarzo. Misteri e Incantesimi. LAZIO-wide-scaled-1.jpg
Lazio

Bomarzo. Misteri e Incantesimi

Itinerario

Bomarzo. Misteri e Incantesimi

in collaborazione con Touring Club Italiano
Una foresta popolata di mostri. Si presenta così il giardino incantato del Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri, dove la fantasia degli scultori di cinque secoli fa ha creato immagini enormi e bizzarre. Tartarughe e draghi, guerrieri e donne gigantesche, addirittura una casa pendente, sparsi nei boschi ai piedi del Palazzo Orsini, che domina il delizioso borgo di Bomarzo, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per i suoi valori ambientali che, dopo la visita del Parco, suggeriscono una sosta nel paese. Figure stravaganti volute dal condottiero cinquecentesco Vicino Orsini, per distogliere l’animo dal dolore per la morte dell’amata Giulia Farnese, ispirandosi per raggiungere il suo scopo forse all’arte classica, forse a suggestioni esotiche provenienti dall’Oriente e dall’India. Un parco dove la realtà e la fantasia si mescolano, in cui ognuno potrà scegliere il percorso da seguire e dove i visitatori più piccoli saranno felici di camminare e correre tra mostri e portenti.
La grande bocca spalancata di una testa colossale sembra invitare a dare un’occhiata dall’interno, mentre è difficile conservare l’equilibrio quando si cammina sui pavimenti sghembi della casa pendente. Ci troviamo in un bosco di noccioli e di castagni, dove i raggi del sole tra le foglie illuminano i mostri scuri del Parco di Bomarzo. «Voi che entrate qui, considerate ciò che vedete e poi ditemi se tante meraviglie sono fatte per l’inganno o per l’arte», recita la scritta apposta all’ingresso dal suo creatore. La risposta spetta ai viaggiatori che si lasciano alle spalle l’autostrada A1 all’uscita di Attigliano. Nella valle ai piedi di Palazzo Orsini, che dal Cinquecento domina l'abitato di Bomarzo dopo aver preso il posto della preesistente rocca, si cammina per sentieri sotto le fronde, al margine dei campi, per scoprire a ogni passo nuove meraviglie, assecondando il volere del letterato e condottiero Vicino Orsini, che incaricò l’architetto Pirro Ligorio di realizzare tra il 1552 e il 1580 il suo Bosco Sacro, oggi conosciuto anche come Parco dei Mostri. Le prime notizie certe risalgono al 1563, ma solo di recente si è scoperto che il bosco era collegato a un giardino all’italiana che da Palazzo Orsini scendeva fino al torrente. Dopo la morte di Vicino Orsini, il bosco dei mostri venne dimenticato e lentamente la vegetazione invase e cancellò in parte i sentieri. Le statue, che una volta erano dipinte, persero i loro colori. Dopo secoli di abbandono, il bosco è stato riscoperto dai coniugi Bettini, proprietari dal 1954, e, dopo un attento restauro, aperto al pubblico. Il giardino confina da un lato con un torrente che scorre tra rupi di tufo e gruppi di querce, vicino a una necropoli etrusca. I sentieri si snodano nel bosco, tra le statue scolpite direttamente nei massi di peperino disseminati lungo la collina, e raggiungono la celebre “casetta pendente”, piccola costruzione eretta su un masso inclinato. Ci si inerpica quindi fino alla cima della collina dove, in mezzo a verdi prati, si trova un tempietto che Vicino Orsini dedicò alla memoria dell’amatissima moglie Giulia Farnese.
Approfondisci+