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Emilia-Romagna

Santarcangelo. Grotte misteriose

Itinerario

Santarcangelo. Grotte misteriose

in collaborazione con Touring Club Italiano

Nel cuore della Romagna, Santarcangelo cela, al di sotto delle sue ripide vie, un affascinante mistero. Decine di cavità sotterranee scavate dall’uomo compongono un dedalo che è un rompicapo per gli storici e al contempo una sorpresa per i visitatori. La Grotta Comunale si presenta con una spettacolare parete scolpita con bassorilievi, colonne e fregi, che prosegue fino a una sala perfettamente circolare, sorretta da pilastri. Un altro passo nella città “underground” lo si fa con la visita alle gallerie della Grotta Stacchini, che conducono in una sala absidata di grande suggestione. Scavati per arcani motivi di culto, nati come rifugi nei periodi più turbolenti, utilizzati per secoli come nascondigli, gli ipogei offrono oggi la rara possibilità di tornare indietro nel tempo e nel mistero.

A Santarcangelo di Romagna, al di sotto di un colle friabile e facile da scavare, si estende un mondo dove la luce del sole non arriva mai: un fitto reticolo di sotterranei di tutte le dimensioni che s’inoltrano sotto case e palazzi, vicoli e mura. In base ai censimenti più recenti, le “grotte” sono più di centocinquanta, e il loro interesse sta nel fatto di essere molto più che ampi ripostigli sotterranei. Stranamente, di questi misteriosi cunicoli si sa molto poco, sebbene in passato siano state avanzate ipotesi affascinanti, ma poco probabili, sulla loro origine storica. In realtà, i materiali d’archivio recano tracce delle grotte locali (che spesso venivano chiamate volte, spelunche o cave) a partire dal 1496, e quindi si può ipotizzare che il lento scavo della Santarcangelo sotterranea sia iniziato nel XV secolo. Ma la particolarità delle grotte sta nella loro complessità e nella pregevole complicazione delle loro strutture, non costruite con malta e mattoni ma ricavate scavando la roccia. S’incontrano architetture a volta, sale circolari o poligonali e gallerie a pettine su cui si aprono decine di nicchie destinate alle botti di Sangiovese (che si conserva perfettamente alla temperatura di 12-13 °C degli ipogei) e rinforzate da spallette perfettamente rifinite. La Grotta Comunale – la più importante – si sviluppa addirittura su due livelli, con un’architettura complessa e curiosa. Salette tonde, gallerie di forme strane, come quelle della Grotta Stacchini: molti particolari fanno pensare a una cura estetica minuziosa da parte degli artigiani dediti al loro scavo. Ma tutta questa attenzione e creatività avevano altri scopi “misteriosi” oltre all’abilità e al compiacimento dei manovali impegnati sottoterra? Per ora è molto difficile dirlo, anche a causa della mancanza di tracce scritte negli archivi e di graffiti sotterranei che, in qualche modo, potrebbero fornire lumi sul sottosuolo della cittadina romagnola. Misteri a parte, le grotte svolsero certamente un ruolo cruciale durante i giorni cupi della Seconda Guerra Mondiale, quando proprio nella “città sotterranea” trovò rifugio buona parte della popolazione per sfuggire ai bombardamenti; in quell’occasione i vari ipogei vennero collegati tutti tra di loro. 

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