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Emilia-Romagna

Duomo di Modena. Un film di pietra

Itinerario

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Duomo di Modena. Un film di pietra

in collaborazione con Touring Club Italiano

Lo scorrere delle stagioni e le storie della Genesi. Fantastici animali feroci in lotta con l’uomo si scoprono osservando le pareti esterne della Cattedrale di Modena, che conservano uno straordinario campionario di sculture e bassorilievi raffiguranti l’immaginario medievale. In parte attribuite al grande scultore Wiligelmo, le raffigurazioni permettono un viaggio nel tempo in cerca dei misteri, delle paure e dei simboli del Medioevo. La facciata e le porte laterali del Duomo di Modena – Patrimonio Mondiale dell’Unesco con la vicina Torre della Ghirlandina – sono un vero e proprio “film di pietra”, da ammirare con sorpresa e attenzione.

Un fantastico assortimento scolpito di animali bizzarri accanto a raffinati motivi ornamentali, scene tratte dalle Sacre Scritture intercalate a creature mitologiche: i pannelli e le metope che adornano l’esterno del Duomo di Modena rappresentano con rara efficacia le proiezioni simboliche dell’uomo medievale, intrise di religiosità e di trascendenza, ma anche di mitologia e di paure. Autentico “tempio degli uomini liberi”, il Duomo fu eretto per volere del popolo modenese in un periodo di lunga vacanza della sede vescovile, rappresentando l’aspirazione all’autonomia di una cittadinanza che di lì a poco si sarebbe costituita in libero Comune. La costruzione fu iniziata nel 1099 sul sepolcro del patrono San Geminiano, dove già sorgeva una Chiesa precedente, e a fianco della Via Emilia, strada madre dell’intera regione che oggi ne porta nome. Il maestro Lanfranco, mirabile artista e meraviglioso costruttore, concepì un’architettura originale che superava gli austeri canoni romanici aggiungendovi una leggerezza di forme sconosciuta in precedenza; utilizzò ampiamente i resti di recupero della Mutina romana – ben riconoscibili, ad esempio, nei leoni marmorei nel protiro del portale maggiore – e si avvalse dell’opera di una schiera di scultori e lapicidi specializzati provenienti dalla famosa scuola lombarda di cui anch’egli faceva parte. Le raffigurazioni in pietra di Wiligelmo e dei suoi discepoli, del Maestro delle Metope e di altri artisti sconosciuti arricchirono e completarono l’architettura fino a farne un capolavoro che influenzò profondamente l’arte successiva. I contemporanei sostavano stupiti davanti all’armonia delle forme e si soffermavano a “leggere” le storie raccontate nei rilievi: possiamo immaginare, con la stessa meraviglia che proviamo noi a nove secoli di distanza. Il Duomo di Modena, la Ghirlandina e la vicina Piazza Grande sono Patrimonio Mondiale dell’Unesco; nella motivazione si legge che il Complesso monumentale «è una testimonianza eccezionale della tradizione culturale del XII secolo […] un capolavoro del genio creatore umano nel quale si impone una nuova dialettica dei rapporti tra architettura e scultura nell’arte romanica».

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