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Campania

Un grande orto fra l’Irpinia e il Vesuvio

Itinerario

Un grande orto fra l’Irpinia e il Vesuvio

in collaborazione con Slow Food

È sorprendente la concentrazione di frutti e ortaggi di qualità, spesso coltivati biologicamente, in quest’area che dall’Irpinia si spinge fino alle pendici del Vesuvio. Si parte da Aiello del Sabato per conoscere la melagrana di cultivar roce e granato, da gustare fresca o in succhi e composte. Stesso luogo per conserve di frutta e ortaggi di varietà poco note come i fichi di San Mango, dalla polpa scura e la forma appiattita, le mele limoncelle, di colore giallo acceso, perfette per le conserve, e le cipolle di Montoro. Ed è proprio Montoro Inferiore la tappa successiva, con le sue due specialità: oltre alla cipolla di colore ramato c’è l’ottimo carciofo, tenero e privo di spine. Spostandosi nell’agro di Sarno e, più in là, a San Giuseppe Vesuviano, il grande protagonista è invece il pomodoro: nel primo caso si tratta di quello profumato di San Marzano, nel secondo degli appuntiti pomodorini del piennolo.

È sorprendente la concentrazione di frutti e ortaggi di qualità, spesso coltivati biologicamente, in quest’area che dall’Irpinia si spinge fino alle pendici del Vesuvio. Si parte da Aiello del Sabato per conoscere un’azienda agricola il cui prodotto di punta è la melagrana delle cultivar roce e granato: di grande succosità e aromaticità, si può gustare fresca, in succhi, puree o composte, ed è anche disponibile sotto forma di olio cosmetico. Sempre ad Aiello è particolarmente ricca la varietà di conserve ricavate da frutta e ortaggi di varietà poco note coltivate senza l’uso di prodotti chimici e diserbanti: i fichi di San Mango, dalla polpa scura e la forma appiattita, le mele limoncelle, di colore giallo acceso, perfette per le conserve, le prugne gialle delle varietà regina claudia e san pietro, le piccole, tondeggianti e profumatissime pere mastantuono, le cipolle di Montoro. Ed è proprio Montoro Inferiore la tappa successiva, con le sue due specialità: la cipolla di colore ramato e dalla lunga conservabilità, così dolce che si può gustarla anche cruda, e l’ottimo carciofo, tenerissimo e privo di spine. Spostandosi nell’agro di Sarno, ecco il San Marzano, un pomodoro delicatissimo, dalla buccia sottile, con un ricco profumo di erba appena falciata e di spezie e un ricco sapore che si mantiene a lungo anche con la conservazione. Poco più in là, a San Giuseppe Vesuviano, sono invece grandi protagonisti i piccoli pomodorini del piennolo: dalla forma a ciliegia, si caratterizzano per due solchi laterali e una punta (il pizzo) all’estremità. La buccia è spessa e resistente, la polpa soda e compatta. Si raccolgono a grappoli interi all’inizio dell’estate per conservarli, alla giusta temperatura, fino all’inverno o addirittura alla primavera successiva. Se ne ricava una passata straordinariamente saporita.

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