Copertina dell'itinerario Atri. Tesori del sottosuolo. ABRUZZO-wide-scaled-1.jpg
Abruzzo

Atri. Tesori del sottosuolo

Itinerario

Atri. Tesori del sottosuolo

in collaborazione con Touring Club Italiano
Strade, palazzi e chiese di Atri nascondono la storia millenaria della città. La visita ipogea inizia dai sotterranei del Palazzo Ducale, che svelano smisurate cisterne per l’acqua della città romana. Trasformate nei secoli dai duchi di Acquaviva in scuderie, prigioni e stanze di tortura, oggi ospitano interessanti mostre d’arte. Trasferendosi alle vicine “grotte” fuori le mura, si esplora un misterioso labirinto fatto di antichissimi condotti e cunicoli. Nella Cattedrale si scopre invece che l’abside poggia sulle mura di una pescheria o forse di un complesso termale di età imperiale pavimentato con un mirabile mosaico e che, sotto il chiostro, la cripta è stata ricavata da un’ampia cisterna del II secolo. La visita termina nei seminterrati di Palazzo Cicada, che rivelano la cavea del teatro romano, da cui all’orizzonte si vede l’Adriatico.
L’avvincente visita del sottosuolo della città di Atri inizia scendendo i gradini che portano nei sotterranei del Palazzo dei Duchi d’Acquaviva. Osservati da una Natività seicentesca, si entra in una lunga sala con pavimento selciato in pendenza verso un pozzo e poi in ambienti più vasti con volte altissime. Sono le scuderie ducali, utilizzate anche come prigioni e luoghi di tortura, ricavate nel Cinquecento da un’enorme cisterna romana e ora affascinanti spazi per mostre d’arte. La cisterna era collegata a una imponente rete idrica di cui, fuori le mura, è possibile vedere una delle ramificazioni più interessanti, le cosiddette “grotte”, ovvero un suggestivo dedalo di gallerie scavate nel conglomerato di ciottoli, caratterizzate da profilo regolare, fondo liscio e ampie tracce d’intonaco alle pareti, chiaro indizio della loro funzione idraulica. Si torna in centro città per entrare nella Cattedrale, con i suoi magnifici affreschi che si riflettono nel pavimento di vetro attraverso cui, tra i resti di un edificio romano che alcuni ritengono terme e altri la pescheria del mercato, si ammirano splendidi mosaici a tema marino. Attraverso la sagrestia si passa nel grande chiostro da cui si scende nella cripta, un ambiente solenne delimitato da possenti mura in blocchi squadrati e ripartito da grandi pilastri che sorreggono le volte a crociera, reso ancora più suggestivo dai tanti affreschi del XIV e XV secolo e da un enigmatico sarcofago in mattoni. Pochi passi dividono la Cattedrale dal teatro romano di età augustea. Scesi al suo interno, si nota che l’edificio attiguo (Palazzo Cicada) poggia sui resti della cavea superiore, ben visibili nel seminterrato del palazzo stesso, e si scoprono imbocchi di altri cunicoli, per ora non visitabili.
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